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Visualizzazione dei post da dicembre, 2013

non riesco ad odiarti, 2013 di Baruda

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in 31 anni non avevo mai perso le parole, invece il 2013 mi ha donato proprio questo, se dono si può definire. Per me la rivoluzione ha proprio questi occhi qua. Le ho perse, le parole mi hanno abbandonato, c’è stato un giorno in cui tutto è cambiato ed  ho smesso di trovarle. Era la sola cosa che sapevo fare nella vita, ma in un attimo è volata via. Perché questo 2013 mi ha insegnato tante cose, che mai prima d’ora mi era capitato di impararne tante e tutte insieme… nemmeno da neonata, quando ogni cosa era una scoperta. perché una cosa è scoprire, una cosa è BAAAAM: precipitare da un aereo, sentire il paracadute che non si apre, vivere la caduta rapidissima e viverla in modo lento, lentissimo… poi spiaccicarsi, andare in mille pezzi, perder coscenza del proprio corpo. Per poi rialzarsi. Eh si, in questo anno ho imparato che a volte ci si rialza anche quando il paracadute non si apre: e mica è una fortuna eh, ne puoi solo prendere atto e iniziare di nuovo a provare

auguri per il 2013

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B'Tselem : 27 palestinesi uccisi in Cisgiordania nel 2013

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   Sintesi personale Le forze israeliane hanno ucciso 27 palestinesi in Cisgiordania nel 2013, tre volte  di più  del numero registrato lo scorso anno.   Tre israeliani delle forze di sicurezza  sono stati uccisi : due in Cisgiordania e uno a Gaza La portavoce di B'Tselem, Sarit Michaeli,ha sottolineato "  la mancanza di serietà" dell'esercito israeliano ad indagare  sull'uccisione di  civili palestinesi  dall'IDF. L'esercito ha solo una volta incriminato e condannato un soldato in circa 28 episodi distinti dove sono morti  35 palestinesi negli ultimi due anni e mezzo, "Le indagini sono ora avviate quasi automaticamente Eppure l'essenza del meccanismo investigativo rimane invariata :  nessuno è ritenuto responsabile per l'uccisione di palestinesi". 'Israeli forces killed 27 in West Bank in 2013' 2  B’Tselem reviews 2013: 5-year high in number of Palestinian fatalities in West Bank

Legalità e Memoria di Tobia Zevi

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  La settimana scorsa si è sviluppato sul Corriere della Sera un interessante dibattito sull’antimafia. Da un lato, lo storico Ernesto Galli Della Loggia criticava la “cultura della legalità”, – troppe chiacchiere e pochi fatti – suggerendo un maggiore impegno di forze dell’ordine e magistrati; dall’altro i parenti di vittime celebri della mafia, assai attivi sul fronte pedagogico e civile, a difendere il lavoro svolto in questi anni. La questione mi pare interessante e legata al tema della Memoria (affrontato maldestramente su Il Foglio pochi giorni fa). Come si misura l’efficacia reale dei viaggi della Memoria, dei concorsi scolastici sul tema della Shoah, degli infiniti convegni e presentazioni di libri? E come, appunto, si computano i vantaggi educativi delle “Navi della legalità”, delle conferenze affollate in Sicilia, delle fiaccolate e delle marce contro la mafia? La domanda può apparire provocatoria ma non lo è. Dalla mia esperienza, per esempio, di viaggi della Memoria, mi se

Striscia di Gaza, un dicembre infame

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  (Milano) - Alluvioni, tagli all’energia elettrica, mancanza di carburante. Nel quinto anniversario dell’inizio dell’operazione militare israeliana Piombo Fuso, la Striscia di Gaza vive una delle sue peggiori crisi umanitarie. Difficile chiamare emergenza una situazione ormai strutturale, ma i livelli raggiunti sono inimmaginabili. La vigilia di Natale a Gaza è tornato il buio: Israele ha chiuso il valico di Kerem Shalom, in risposta all’uccisione di un operaio che stava effettuando delle riparazioni al muro di separazione, danneggiato dalle intense piogge della prima decade di dicembre. E dopo aver bombardato con jet F16 Khan Younis, a Sud della Striscia, uccidendo un uomo e una bimba di 4 anni, le autorità israeliane hanno chiuso il valico da cui passano beni di prima necessità. Tra questi il carburante, senza il quale l’unica centrale elettrica di Gaza non può funzionare. Così, il milione e 700mila residenti palestinesi da settimane devono fare i conti con il razi

2014: benvenuto

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Papa Francesco in Terra Santa, parte il conto alla rovescia

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di Piero Schiavazzi Bergoglio è intenzionato a "bucare il tetto" del processo di pace mediorientale recandosi a Gerusalemme, probabilmente in tarda primavera. Un viaggio che conviene a tutti, arabi e israeliani, americani e russi. [Carta di Laura Canali tratta da Limes QS " La battaglia per Gerusalemme "] Il papa è determinato ad aprire un "buco sul tetto" , per dare fiato e visuale al processo di pace, nell'orizzonte paralizzato della Terra Santa: una promessa che agli occhi delle cancellerie, dopo il debutto di settembre nella crisi siriana , ne fa il nuovo, incisivo protagonista della politica mediorientale. La metafora evangelica, declinata ieri dal pulpito di Santa Marta , custodisce un intento e tradisce un'attesa. L'Avvento per Francesco infatti durerà 6 mesi, non 4 settimane: prioritario nei programmi, è partito il countdown del suo viaggio nella patria degli

Memoria – Selvino, dove rinacque la speranza

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  Tra il 1945 e il 1948, 800 bambini, orfani e sopravvissuti agli orrori della Shoah furono ospitati nel comune di Selvino. Nel paesino sulle Alpi in provincia di Bergamo aveva sede Sciesopoli, un’ex colonia fascista, che si trasformò in un kibbutz fuori dai confini della futura Israele, dove i piccoli poterono ritrovare salute, affetti e speranza, per emigrare poi nel neonato Stato. A prendersi cura di loro un’unità della Brigata ebraica, con l’aiuto e la solidarietà della popolazione del paese, che nel 1996 ha celebrato il cinquantesimo anniversario di quegli avvenimenti suggellando un gemellaggio con il kibbutz Tzeelim nel Negev, che fu fondato anche da alcuni di quei ragazzi che da Selvino erano passati. Oggi a causa del deterioramento l’allora colonia, il complesso rischia di essere distrutto e una petizione è stata lanciata dallo studioso Marco Cavallarin per preservare la memoria di questa storia di rinascita dopo gli anni bui. Tra i promotori dell’appello, rivolto a

Yesh Din: la polizia israeliana non considera le prove oggettive contro i settler

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vernice rossa lanciata nel corso di un attacco da parte di coloni israeliani su una casa palestinese nel villaggio cisgiordano di Burin, 9 ottobre 2012. (Foto: Ryan Rodrick Beiler / Activestills.org) Sintesi personale  Il 26 luglio 20  civili israeliani - alcuni dei quali sono stati visti provenire dagli  insediamenti di Yizhar e Har Bracha , hanno attaccato furiosamente il villaggio palestinese di Burin. Nel primo e più grave caso hanno  distrutto proprietà. Quando Ibrahim 'Id  non ha  più potuto tollerare che  la sua proprietà andasse  in fiamme   si è avvicinato alla scena, i settler lo hanno colpito alla testa con una sbarra di ferro. 'Id ha perso coscienza e ha dovuto essere ricoverato .Inoltre civili israeliani hanno lanciato sassi contro  Hamza Zaban,vicino di Id.. Purtroppo per i teppisti,  poliziotti di frontiera erano sulla scena , li  hanno inseguiti  arrestando due di loro. Uno dei detenuti nascondeva un coltello nella scarpa. I due ha

Livni : attaccando il diritto i settler danneggiano la sicurezza di israele

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Sintesi personale   L' invio di  famiglie per stabilire nuovi avamposti illegali  impegna l' l'IDF per la loro  difesa, così come i  fondi dello Stato  potrebbero essere utilizzati per migliorare i prezzi delle case gonfiati in tutto il paese. Il ministro della giustizia ha aggiunto di essere arrabbiata con coloro che "sono felice ogni volta che  si può dire che non vi è alcun partner di pace   ,in modo da non provarci  nemmeno .In  realtà questi stessi gruppi farebbero la stessa affemazione anche se ci fosse un partner in quanto non vogliono  rinunciare a un metro di terra e non sono pronti per un compromesso  Questa gente usa la  sicurezza   come scusa per convincere  l'opinione pubblica che non esiste alcuna opzione  per la pace  e nascondono la loro ipocrisia affermando che "tutto il mondo è anti-semita ." Assailing the right, Livni says settlements harm Israel's security www.jpost.com

Tzipi Livni : Israele vive in una bolla scollegata dal mondo

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   Sintesi personale Il ministro della Giustizia Tzipi Livni    dichiara che Israele sta seppellendo la testa sotto la sabbia per quanto riguarda le conseguenze del  conflitto con i palestinesi. «Voglio parlare di 'bolla'," ha detto. "Non è la bolla finanziaria e non è  la bolla immobiliare, ma la bolla che stiamo vivendo  come  intero paese   scolllegato dalla realtà internazionale . Il conflitto palestinese è il soffitto di vetro dell'economia di Israele". Ha avvertito che il boicottaggio finanziario ed economico internazionale è iniziato con la Cisgiordania, ma nel tempo attraverserà  il resto del paese. . Il boicottaggio  sta  avanzando uniformemente e in modo esponenziale", ha detto Livni. "Coloro che non vogliono vederlo, finiranno per sentirlo - Il l mondo non capisce la politica israeliana che  apparentemente sostiene una soluzione a due stati, ma continua a costruire in Cisgiordania. Se c'è un partner palestinese

VIDEO: le forze israeliane sparano a manifestante palestinese da distanza ravvicinata

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 Sintesi personale Un poliziotto  di frontiera è stato videoregistrato  mentre spara a un'attivista palestinese, Manal Tamimi, a una gamba con un proiettile di gomma da una posizione molto ravvicinata nel villaggio palestinese di Nabi Saleh. Secondo il marito , che ha girato il video, il poliziotto di frontiera era  a pochi metri da Manal provocandole una frattura all'osso  e  ha  cercato di rompere la macchina fotografica. Nel video qui sotto potete vedere  Manal  disarmata  e il poliziotto che le spara Non è chiaro quale minaccia  avrebbe giustificare l'uso di armi da fuoco. Le forze israeliane hanno sparato grandi quantità di gas lacrimogeni, bombe sonore, acqua puzzolente  e proiettili di gomma contro i manifestanti nel villaggio, secondo diversi rapporti. Oltre a Manal , due giornalisti sono stati feriti leggermente e una ragazza è stata portata in ospedale dopo essere stato colpito con acquapuzzolente  . Diverse case e altre proprietà sono stat

Ben Gurion Foresaw Palestinian Expulsion in 1937 di Richard Silverstein

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  Ben Gurion Foresaw Palestinian Expulsion in 1937 by Richard Silverstein on December 28, 2013 · 24 comments in Mideast Peace There is much debate among historians and activists about the precise attitude of pre-state Israel’s leadership toward the Palestinian minority.  Leading up the 1948 War , how far was David Ben Gurion prepared to go?  Was he an active proponent of the ethnic cleansing campaign that eventually drove nearly 1-million Palestinians from their ancestral homes?  Or was Nakba a combination of the exigencies of war along with an unstated policy adopted by some of its military commanders. These questions are difficult to answer for two reasons: one, Ben Gurion must’ve realized if Israel was planning to expel such a large proportion of its non-Jewish population, it could not do so publicly.  For this reason, aside from documents vaguely alluding to the subject, there is no official smoking gun.  I don’t know how aware he was of the approach the