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Visualizzazione dei post da ottobre, 2013

Amira Hass : Un macellaio al checkpoint

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  Un macellaio al checkpoint La settimana scorsa, mentre i miei colleghi più giovani si occupavano di notizie serie (i colloqui di Ginevra sul nucleare iraniano o lo stato preoccupante dell’istruzione superiore in Israele), io ero occupata con bazzecole. Quando ho chiesto di pubblicare online il mio articolo, nella voce dei giovani redattori ho notato una sorta di stupore bonario. Il mio articolo cominciava così: “L’amministrazione civile ha rifiutato l’ingresso di un macellaio in due villaggi palestinesi intrappolati tra la barriera di separazione a nordovest di Gerusalemme e alcuni insediamenti”. Era il primo giorno dell’Aid al Kebir, la festa islamica che ricorda la decisione del profeta Abramo di sacrificare suo figlio a Dio, che invece sostituirà il ragazzo con un agnello per premiare la sua fedeltà. L’amministrazione civile (un’istituzione militare) dovrebbe conoscere le tradizioni degli arabi. Si sapeva che le due comunità di A-Nabi Samuel e Kh

Amira Hass : Molestie alla frontiera

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.   Amira Hass. Molestie alla frontiera Non posso incontrarla né chiamarla a casa. Possiamo parlare al telefono solo quando si trova in Israele, nella casa dove fa le pulizie una volta alla settimana. A mettermi in contatto con lei è stato il suo datore di lavoro israeliano. Voleva condividere con me il problema di una ragazza palestinese che, come migliaia di altre donne, esce di casa ogni giorno alle tre del mattino per raggiungere, quaranta minuti dopo, un checkpoint che apre alle quattro per i fortunati che sono riusciti a trovare un lavoro in Israele. La ragazza, come le altre donne che attraversano il checkpoint, lavora nel settore agricolo, ma arrotonda lo stipendio facendo le pulizie in un sobborgo israeliano lussuoso e tranquillo. Andrebbe tutto bene, se non fosse che il varco apre solo per 10 minuti e chiude prima che tutte le donne riescano a passare. Il varco, chiamato “umanitario” dai suoi inventori israeliani,

Gad Lerner : Vauro contro il “Corriere della Sera”: non sono antisemita

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  1Sul “Corriere della Sera” di oggi martedì 29 ottobre il vignettista satirico Vauro risponde con grande durezza ad un articolo scritto ieri da Pierluigi Battista. Vauro rimarca come  la Corte di appello del Tribunale di Roma abbia condannato per diffamazione Antonio Polito e Peppino Caldarola, a causa di un articolo del “Riformista” nel quale una sua vignetta era stata accusata di antisemitismo. Vauro risponde anche a Pierluigi Battista, che aveva descritto così la sua vignetta su Fiamma Nierenstein, disegnata come “ una donna ebrea tratteggiata con il naso adunco della tradizione antisemita”. Un’accusa respinta dal noto vignettista satirico, che rimarca la sua amarezza per aver letto simili critiche sul quotidiano con il quale collabora da vent’anni. A conclusione della lettera Vauro si auspica una risposta del direttore De Bortoli, ma la missiva è stata pubblicata senza alcun commento. Potete leggere la lettera di Vauro al “Corriere della Sera” sul  sito Giornalett

L’amore secondo gli ebrei, gli islamici e i cristiani – Roberto Zadik | Mosaico

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Di: Roberto Zadik 24/10/2013 Milano http://www.mosaico-cem.it/?p=45768 http://www.mosaico-cem.it/?p=45768 Solitamente si parla di amore nelle canzoni, al bar fra amici oppure nei film ma è difficile immaginarsi questo argomento in relazione a Dio e alle tre grandi religioni monoteiste. Come affrontano il tema, sicuramente molto complesso anche per gli innamorati, l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam  e quali sono i testi e le fonti da cui trarre importanti insegnamenti specialmente rivolti alle giovani generazioni? Questa e tante altre  domande e tematiche  sono state al centro dell’interessante incontro tenutosi mercoledì 23 ottobre nell’aula 400 dell’Università Statale.  Organizzato da Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana ), dall’Unione Giovani Ebrei Italiani, Ugei, Coreis, Comunità Religiosa Islamica, ospiti dell’incontro che si è svolto in un clima decisamente sereno erano Gheula Canarutto Nemni, scrittrice, Abd Al Ghafur Masott

Il dibattito su uno o due stati è irrilevante mentre Israele e gli USA consolidano il Grande Israele di Noam Chomsky

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di Noam Chomsky – 27 ottobre 2013 Il 13 luglio l’ex capo dello Shin Bet Yuval Diskin ha lanciato un grave avvertimento al governo di Israele: o raggiungerà un qualche tipo di soluzione a due stati o ci sarà “una svolta verso il quasi inevitabile risultato dell’unica realtà restante: uno stato “dal mare al fiume’”. Il risultato quasi inevitabile, “uno stato per due nazioni”, porrà “un’immediata minaccia esistenziale di cancellazione dell’identità di Israele come stato ebraico e democratico”, presto con una maggioranza arabo-palestinese. Su basi simili, nell’ultimo numero della principale rivista britannica di affari internazionali, due specialisti di spicco del Medio Oriente, Clive Jones e Beverly Milton-Edwards, scrivono che “se Israele desidera essere sia ebreo sia democratico”, deve abbracciare “la soluzione a due stati”. E’ facile citare molti altri esempi, ma non è necessario, perché si assume

Disprezzo di Netanyahu per l'Olocausto di Avner Cohen

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 SINTESI PERSONALE Nel mese di ottobre 2006 la rivista di Haaretz domandò a  una serie di personalità  culturali di descrivere come si sarebbero sentite  se Tel Aviv fosse stata  cancellata dalla carta geografica . Questa domanda  scaturiva come  risposta a uno degli attacchi di ansia israeliana  sulla inesistente bomba atomica iraniana e sulle  dichiarazioni del presidente iraniano  . Fui  sorpreso che  persone serie fossero   pronte  a  relazionarsi con una domanda così strana e nichilista ,ma fui ancora più sorpreso che la redazione Haaretz avesse  avviato il progetto . Non   riuscii  a contenere i miei sentimenti e  chiamai  l'editore del giornale per chiedere come si fosse permesso di portare  avanti  progetti  " pornografici " di tal genere  . Amos Schocken tagliò  corto   con me : " Hai ragione  . E 'stato un grave errore editoriale " Questo è stato davvero un errore di calcolo  perché un giornale importante  non deve, dal punto di vist

Netanyahu's contempt for the Holocaust di Avner Cohen

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In October 2006, Haaretz's weekend magazine asked a number of cultural figures to describe how they would feel if Tel Aviv were to be wiped off the map. This was in response to one of the Israeli anxiety attacks over the non-existent Iranian atom bomb and the declarations made by the Iranian president in that vein. I was surprised that serious people were prepared at all to relate to such a weird and nihilistic question but I was even more surprised that the Haaretz editorial staff had initiated the project. I could not contain my feelings and I called the publisher of the newspaper to ask how he had permitted "pornographic" projects of that kind. Even before I managed to express my anger, Amos Schocken cut me short: "You are correct," he declared. "It was a serious editorial mistake. We won't repeat it." That was indeed a miscalculation because a central newspaper must not, from the moral and normative points of vie

Akiva Eldar: il doppio Standard europeo di Netanyahu

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Sintesi personale  Prima dei colloqui tra il P5 +1 (i cinque membri permanenti , la Germania  e il Consiglio di sicurezza dell'ONU) con i rappresentanti iraniani a Ginevra il 15 ottobre e il 16, il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva cancellato la sua agenda affollata per una serie di colloqui con i maggiori media dei tre paesi membri europei del forum.A veva  concesso interviste ai giornali dalla Germania (Frankfurter Allgemeine Zeitung), Francia (Le Monde) e Regno Unito (Financial Times) e alle  tre reti televisive di questi Paesi: ARD TV, France 24 e Sky. ndard Autore: Akiva Eldar Inviato il: 21 ottobre 2013 Tradotto da: Sandy Bloom Categorie: Originals Israele Palestina Iran ,includeva  citazioni selezionate allo scopo di fare pressione sui  tre governi occidentali  perché non allentassero   le sanzioni contro l'Iran . "Essere rigorosi, essere forti  contro "il fascino  dell' offensiva iraniana."

Rabbini per i diritti umani: settler attaccano e feriscono contadini palestinesi

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I  coloni dall' illegale Adei Ad avamposto hanno attaccato i contadini palestinesi di Al-Mughayer Sabato pomeriggio  ferendo alla testa uno di loro Contadino palestinese ferito  ( Rabbini per i Diritti Umani) Proprio la scorsa settimana, i coloni hanno attaccato raccoglitori di olive a Burin con aste di metallo.   By Mairav ​​Zonszein   Palestinian farmer’s head smashed open by settlers in West Bank Palestinian farmer’s head smashed open by settlers in West Bank

Attivisti ebrei arrestati a Hebron: «segregazione non è il nostro giudaismo '

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Testo di Michael Omer-Man Foto di Oren Ziv / Activestills.org   'non è il nostro ebraismo, a Hebron, 25 ottobre 2013. (Oren Ziv / Activestills.org) La polizia israeliana ha arrestato sette attivisti ebrei provenienti da Israele e dalla  diaspora  nella città di Hebron.Protestavano contro la sgregazione  : "La segregazione non è il nostro giudaismo". Altro su segregazione a Hebron   Durante il fine settimana l'esercito israeliano limita il movimento palestinese a Hebron per l'afflusso di fedeli ebrei. Quest'anno, come negli ultimi anni, l'esercito ha impedito ai palestinesi la preghiera  del venerdì alla moschea di Ibrahim. Gli attivisti sono arrivati ​​a Hebron  con una tenda. Hanno detto che l'intenzione era quella di erigere una tenda  e di   tenere una sessione di studio alternativo del  Chayei Sarah text,contestando le affermazioni nazionaliste dei fedeli ebrei   attivisti studiano la Sarah porzione

At Tuwani :Comitato Popolare delle Colline a sud di Hebron protesta contro la violenza dei coloni e la negligenza dell'esercito israeliano nel proteggere gli scolari palestinesi

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At Tuwani - Il 23 ottobre, il Comitato Popolare delle colline a sud di Hebron ha organizzato un'azione nonviolenta a difesa del diritto all'educazione dei bambini palestinesi nell'area delle colline a sud di Hebron, nel sud della Cisgiordania. I bambini della zona, in solidarietà con i loro compagni di scuola del villaggio di Tuba e Maghayir Al Abeed. insieme ai loro familiari e professori, hanno protestato contro la violenza dei coloni e la negligenza dell'esercito israeliano nel compiere il loro dovere di protezione degli alunni palestinesi. Alle ore 11, tutti gli studenti della scuola di At Tuwani (con un'età tra i 6 e i 17 anni), provenienti da diversi villaggi delle colline a sud di Hebron, hanno marciato con i loro familiari, i partecipanti al "Freedom Bus" del "Freedom Theatre" e altri artisti e attivisti palestinesi ed internazionali. Si sono incamminati verso la zona vicino alla colonia di Ma'on e all'av