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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Margherita Hack (1922-2013) 
“Ho scelto la libertà nel nome di Enrica”

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articolo completo qui su Pagine Ebraiche 2   Margherita Hack e la professoressa Enrica L' ho vista cacciare dalla scuola da un giorno all'altro a causa delle leggi razziali. Questo mi ha aperto gli occhi su cosa può fare una dittatura. Ecco, Margherita Hack, la grande astrofisica, ricorda così la sua professoressa al liceo, donna innamorata di scienza che ha tanti ha trasmesso l'amore della scienza.  La professoressa Enrica Calabresi. Una donna minuta e taciturna, segnata profondamente dal dolore. Una scienziata cacciata dalla ricerca e dall'insegnamento perché ebrea. Della sua professoressa Margherita Hack ha già parlato diverse volte, con una fedeltà che trovo commovente. Lei, la scienziata affermata. Torna ora a parlarne in una conversazione con Daniela Gross pubblicata su Pagine ebraiche , con un titolo che forse è la cosa più bella: Ho scelto la libertà nel nome di Enrica . Margherita Hack incontrò per l'ultima vo

Iconografi a Gaza

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Una volta pensavo che la democrazia vera aprisse la possibilità per ogni uomo e donna di partecipare attivamente alla vita del popolo in cui vive, a partire dalle persone più vicine per arrivare alle culture più lontane. Adesso mi sembra che siamo dominati da una grande solitudine, anche con le persone che abbiamo accanto. Come se ognuno dovesse arrangiarsi. E qualche volta mi sembra che questo arrangiarsi sia addirittura l’ideale per molti. Capisco la logica del suo pensiero e quindi l’amarezza delle sue conclusioni. Però devo dirle che ogni giorno, pur tra tanti problemi e dolori nei quali sono immerso, e dove spesso mi sembra di poter essere presente solo in termini molto marginali, tuttavia sono testimone stupito e commosso anche di tanti piccoli segni preziosi di partecipazione. Le porto un esempio molto bello e molto attuale. Lunedì un piccolo gruppo di miei fratelli e sorelle della comunità di cui faccio parte iniziano in Medio Oriente un corso di ikonogr

Palestina. Naji al-Ali, l’arte di disegnare la resistenza

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Palestina. Naji al-Ali, l’arte di disegnare la resistenza Palestina. Naji al-Ali, l’arte di disegnare la resistenza A 65 anni dalla Nakba, la 'catastrofe' del 1948, un libro ripercorre l’opera di Naji al-Ali, indimenticato vignettista e padre intellettuale di Handala: quel bimbo di spalle vestito di stracci che è diventato il simbolo della Palestina. L’omaggio di Osservatorioiraq.it al suo lavoro, con un’intervista al figlio. Naji al-Ali lo presenta così: "Handala è nato a dieci anni, e avrà sempre dieci anni. È  a questa età che ho dovuto lasciare la patria. Quando Handala tornerà in Palestina avrà sempre dieci anni e solo allora comincerà a crescere. Le leggi della natura non si applicano a lui, perché è un’anomalia, come lo è perdere la propria patria. Quando tornerà in Palestina, quando tornerò in Palestina, tutto tornerà ad essere normale" . Handala, in Palestina, è ovunque. È un murales dipinto sul Muro di segr

Libro-viaggi : A piedi per la Palestina

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«C'è un'altra Palestina, completamente diversa da quella che viene presentata sugli schermi televisivi». È la Palestina selvaggia e naturale, da esplorare camminando alla scoperta di valli, colline e tesori nascosti. L'olandese

Egitto, l’intolleranza salafita contro la minoranza sciita

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Lo spettro della violenza su base confessionale torna a serpeggiare in Egitto. Questa volta però a finire nel mirino non sono i copti, ma gli sciiti. In quattro hanno perso la vita domenica scorsa vicino al Cairo, vittime di un feroce linciaggio. Scenario delle violenze, il villaggio di Zawyat Abu Musalam (governorato di Giza), dove una folla di uomini, accecati dalla rabbia, ha assediato la casa di un abitante sciita in cui si stava celebrando la caduta della metà dello Sha’ban , la festa religiosa che precede il Ramadan. All’ interno dell’abitazione, circa ventiquattro persone, tra cui il leader spirituale Sheikh Hassan Shehata. E proprio lui sembrava essere l’obiettivo degli assalitori che, dopo aver circondato l’edificio, lo hanno attaccato lanciando pietre e bottiglie molotov. Secondo diversi testimoni oculari, sul luogo erano presenti sei ufficiali di polizia che si sono mantenuti a debita distanza dall’incidente senza intervenire. In base alla ricost

Il primo ministro israeliano direttamente coinvolto negli sforzi contro il movimento BDS

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Netanyahu parlando alla Conferenza dei rappresentanti delle maggiori organizzazioni ebraiche americane (Foto via IsraelEmb.org) SINTESI PERSONALE  Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è direttamente coinvolto negli sforzi per combattere il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), secondo un rapporto del sito web del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth. Nahum Barnea  ha riferito che Netanyahu si è incontrato con un piccolo gruppo di senza nome "milionari ebrei"  la scorsa settimana a Gerusalemme. Netanyahu "ha cercato di aumentare il loro finanziamento  e utilizzare le loro connessioni per la guerra contro il movimento di boicottaggio anti-Israele" - un movimento che sta "suscitando grande interesse nei paesi occidentali  incidendo sul  sistema accademico, sulle decisioni economiche  delle organizzazioni imprenditoriali  e  politiche   e sui media ".   Il desiderio di Netanyahu di combattere BDS arriva cir

La Palestina vicina. Appunti di un viaggio che continua. Intervista a Laura Ciaghi

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Categoria: Italia Pubblicato Domenica, 30 Giugno 2013 06:45 Scritto da Roberta Padovano La rivista delle donne, 20 Maggio 2013 Queste righe nascono da un viaggio in Palestina promosso da Agronomi senza frontiere tra il marzo e l'aprile 2013. La delegazione, composta da una dozzina di persone provenienti dall'Italia, differenti per età e formazione, ha toccato Gerusalemme, le South Hebron Hills, Hebron, Betlemme, Gerico, Jenin, la Valle del Giordano, la parte settentrionale del Negev.  Il viaggio si è focalizzato soprattutto su alcune aree della Palestina rurale, che rappresenta la zona in cui l'occupazione israeliana è maggiormente opprimente ed è stato animato principalmente da incontri con persone, comunità, associazioni impegnate nella resistenza nonviolenta all'occupazione israeliana e nella risoluzione nonviolenta del conflitto, aprendo finestre sulla quotidianità palestinese ed israeliana ed offrendo alcune chiavi di lettura per

Hebron : partita tra Europei e palestinesi: giocare in zona C

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    Giocare a calcio in Area C di Emma Mancini Gerusalemme, 29 giugno 2013, Nena News - Una partita di pallone può avere tanti significati diversi. Sportivi e politici. Può scatenare una campagna di boicottaggio globale, come accaduto per l'Europeo Under 21 che la Fifa ha voluto organizzare in Israele, oppure può sfidare proprio quelle politiche di colonizzazione. Oggi si gioca a calcio in Area C, nel villaggio di Dkaika, nelle Colline a Sud di Hebron, poco fuori la Firing Zone 918. A giocare sarà un team misto di calciatori europei, calciatori improvvisati: ci saranno diplomatici, membri di organizzazioni internazionali e giornalisti. L'evento è organizzato insieme alla Palestinian Association of Sport for All , già dietro altre partite di pallone giocate contro squadre palestinesi in tutta la Cisgiordania. Ma se prima si era scesi in campo solo in Area A, ad Hebron, Betlemme, Nablus e Gerico, stavolta si gioca in Area C. Gli europei si scontrerann

Israele : McDonald e la convinzione di considerare Ariel parte di Israele

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A McDonald's branch in Masada, near the Dead Sea. Photo by Emil Salman JTA Jun.26, 2013 | 23:38 | 13 Sintesi personale   Dopo  il rifiuto di  McDonald di aprire un ristorante ad Ariel  ,ex  ministro degli Interni Eli Yishai di Shas  ha promesso che  avrebbe  inviato a  McDonald Israel , proprietario Omri Padan, ", una mappa con i confini  di Israele." Quindi non è chiaro cosa dovrebbe preoccuparci di più: c he Yishai sappia  qualcosa che noi non  sappiamo come un ' annessione segreta, forse? O che Yishai pensi  che Ariel   sia  all'interno dei  confini riconosciuti di Israele e non sembra essere così su qualsiasi mappa rispettabile. Infatti, non solo  Ariel non è  decisamente una parte di Israele, non solo  si trova  in quelli  che anche Israele ricon

In Medio Oriente tutti parlano

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  Di Jamie Stern-Weiner   In Medio Oriente tutti parlano 27 giugno 2013 Per Israele e gli Stati Uniti, i negoziati con i Palestinesi non hanno mai riguardato il raggiungimento della soluzione del conflitto, che può avvenire soltanto nei termini che tutti i governi israeliani  hanno rifiutato. Invece, la loro funzione primaria è stata quella di ridurre la pressione internazionale su Israele, senza che questo dovesse fare concessioni politiche.   I governi israeliani hanno accettato costantemente   i negoziati come valvola di sicurezza della pressione internazionale intesa a porre fine all’occupazione, purché non siano basati sulla legge internazionale, non raggiungano alcuna decisione conclusiva, e che si possano prolungare per l’eternità. Questo modo di comprendere  il processo di pace è l’unico modo perché abbia senso la situazione attuale, in cui il governo di Israele che rifiuta esplicitamente l’accordo per i due stati, sta sollecitando i negoziati, co