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Visualizzazione dei post da settembre, 2012

Tunisia: approvata l’uguaglianza tra i sessi nella costituzione

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Added by Viviana Schiavo on 27 settembre 2012. Saved under News , Società Tags: articolo 28 , costituzione , ruolo donna , tunisia , uguaglianza tra i sessi El Watan (27/09/2012). La commissione di coordinamento e redazione della costituzione ha appena approvato un emendamento del progetto dell’articolo 28 che sostituisce il principio di complementarietà tra l’uomo e la donna con quello di uguaglianza tra i sessi. “Lo stato garantisce l’uguaglianza tra i sessi e la protezione dei diritti della donna, così come il rafforzamento delle sue conquiste come partner effettivo dell’uomo nella costruzione della patria. I loro ruoli sono complementari all’interno della famiglia”. Al momento del dibattito sull’articolo, infatti, c’è stato consenso sull’integrazione del principio di uguaglianza tra l’uomo e la donna (al posto della complementarietà) e il preservare il riferimento all’uguaglianza delle possibilità secondo le competen

Amira Hass : L'AUTORITA' PALESTINESE - priva di qualunque autorità

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Gli "Accordi di Oslo", inizialmente intesi per creare un governo proprio palestinese, hanno invece lasciato i palestinesi con "sacche" autonome che servono solo a rinforzare l'egemonia di Israele. "Tutto andrà bene", la piacevole trasmissione di "Army radio" (radio dell'esercito) ha una redazione più giovane rispetto a quella di "Voice of Palestine" (voce della Palestina): a "Good Morning Palestine" (Buon giorno Palestina) il microfono a volte è aperto a cittadini qualunque che hanno delle lamentele da fare verso le varie istituzioni della burocrazia palestinese. Come a "Tutto andrà bene" il conduttore del programma trova più semplice rispetto alla gente comune individuare il numero di telefono di chi sia responsabile di cosa e strappare una promessa che al problema che viene discusso verrà trovata una soluzione. Per esempio domenica mattina un ufficiale della polizia di Hebron è s

Il neocon Patrick Lyell Clawson: "Qualcuno usi un trucco per costringerci alla guerra!"

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di  Pino Cabras - Megachip . Si sta diffondendo nei siti e nei social network di mezzo mondo la sbalorditiva performance di uno dei tanti cloni slavati della galassia neocon , Patrick Lyell Clawson , che il 26 settembre 2012 ha pronunciato un accorato appello per l’inganno e la guerra all'Iran.   Il falco (una specie di morphing fra il Ricky Cunningham di Happy Days e Niccolò Machiavelli dopo una lobotomia), strilla affinché qualcuno prepari una provocazione , un atto bellico sotto falsa bandiera con cui gli USA si trovino “costretti” a entrare in guerra con l’Iran.   Potrete ascoltarlo con le vostre orecchie, e leggere la tempestiva traduzione nel video realizzato da Luogocomune.net, che qui riportiamo.   Ma   Clawson , chi era costui? Nato nel 1951, proprio in tempi da happy days, è un economista statunitense e studioso di questioni mediorientali. Attualmente è il Direttore della Ricerca presso il WINEP (Washington Institute for Near East Policy) uno dei vari pens

Verso Gaza: parla l'equipaggio di Estelle

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da Freedom Flotilla Italia . Parla l'equipaggio di Estelle 25 settembre 2012  - Vi proponiamo i racconti di due membri dell'equipaggio di Estelle: David Heap, di Canadian Boat to Gaza e Gaza's Ark, e Alberto Mari, di Freedom Flotilla Italia, unico italiano a bordo.  I membri dell'equipaggio di alternano, sulle varie tratte. David ha fatto la tratta Barcellona, Ajaccio, mentre Alberto sarà a bordo, da Ajaccio a La Spezia. Sfidare il blocco di Gaza: Messaggio da un Canadese a bordo dell’Estelle di David Heap 21 settembre 2012 - E’ un grande onore poter accompagnare la barca svedese Estelle, per qualche giorno, da Barcellona a Ajaccio (Corsica), nel suo viaggio verso Gaza per sfidare il blocco illegale e disumano che dura, ormai, da più di cinque anni. L’Estelle è una goletta a tre alberi, vecchia di 90 anni, che Ship to Gaza Sweden ha acquistato, in aprile, da un’organizzazione finlandese di commercio equo e solidale, e che ha ristrutturata per qu

Amira Hass : Due acquedotti per due popoli: la politica dell’acqua

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L’Amministrazione Civile dell’IDF sta impedendo all’Autorità Palestinese di costruire un acquedotto che possa alleviare il problema di carenza d’acqua che coinvolge 600.000 palestinesi nella Cisgiordania. La ragione addotta per questa scelta è che una sezione di meno di due chilometri di questa opera tangerebbe la Route 60 creando disagio agli ebrei che percorrono quella strada. La quantità annuale di acqua che viene portata alla zona è di circa 20 milioni di metri cubi – 90 litri pro capite al giorno. Una significativa quantità d’acqua viene persa nel percorso per varie motivazioni. Questo distretto necessita di altri 13 milioni di metri cubi all’anno per utilizzo domestico, escludendo l’uso per l’agricoltura. Da maggio ad ottobre l’acqua, per i palestinesi, viene pesantemente razionata. Alcune zone hanno acqua per poche ore la settimana, altre due volte al mese o anche meno. Attività banali come la pulizia della casa e il lavaggio dei vestiti dipendono dalla dispon

Italia. Se la solidarietà è pagata dalle multinazionali

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All'inizio di ottobre, Milano ospiterà il 'Forum della Cooperazione'. "Scopriamo in questi giorni che parte dell’organizzazione dell'evento sarà pagata da sponsor che hanno ripetutamente violato i diritti umani e calpestato i valori della cooperazione che vorremmo". Si va dall'Eni a Banca Intesa, passando per la Microsoft.    Cosa penserà allora, ascoltando l’intervento dell’amministratore delegato dell’Eni, chi ha lavorato in Nigeria con le popolazioni esasperate dalla polvere nera del gas flaring, dagli sversamenti di petrolio e dalla militarizzazione del territorio dovute alle attività estrattive? O chi ha visto in Iraq esponenti dell’ENI arrivare su un aereo militare poco prima delle truppe di occupazione italiane nel 2003 a Nassiriya? Chi pratica la cooperazione nel nome della solidarietà e amicizia tra popoli quell’anno gridava “No blood for oil” nelle piazze di tutto il mondo. E’ in corso attualmente una campagna di Amnesty

Proteste anti-Hamas: "Governo incompetente"

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Nena News 27.09.2012 http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=35848&typeb=0&Protesta-anti-Hamas--Governo-incompetente- Protesta anti-Hamas: "Governo incompetente" Rara manifestazione contro il regime di Hamas a Gaza, dopo la morte di un bambino durante l'ennesimo blackout. In piazza la gente chiede al partito di andarsene dalla redazione Roma, 27 settembre 2012, Nena News - A Gaza va di scena una protesta anti-Hamas. Un evento raro, che ha visto scendere in strada circa 500 manifestanti e la rabbia per la morte di un bambino di tre anni nel campo profughi di Bureij.                            La casa della famiglia al-Baghdadi, dove è scoppiato l'incendio che ha ucciso il bambino di tre anni  Il piccolo, Fathi al-Baghdadi, è morto in un incendio durante l'ennesimo blackout di elettricità: una candela accesa per fare luce è caduta, l'incendio si è esteso e ha ucciso il bambino e provocato gravi ustioni alla sorella. Martedì no

Un pescatore palestinese ucciso dall'esercito israeliano e suo fratello ferito con proiettili "dum dum" o "ad espansione"

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Pubblicato da Rosa Schiano a 23:30 Un pescatore palestinese è stato ucciso questa mattina e suo fratello è stato ferito dall'esercito di occupazione israeliano mentre pescavano nelle acque a nord di Gaza.  I due sono fratelli sono Fahmy Abu Ryash, 23 anni, e Yousif Abu Ryash, 19 anni. Fahmy Abu Ryad è stato colpito alla gamba sinistra, suo fratello Yousif è stato colpito alla mano sinistra. L'esercito israeliano ha utilizzato proiettili "ad espansione", detti anche "dum dum", vietati dalle legge internazionale.  Successivamente all'attacco sono stati trasportati al Kamal Odwan hospital. Qui ho incontrato un pescatore che era con loro, Mahmoud Taha Sultan, 24 anni, di cui ho raccolto la testimonianza. Verso le 10.15 del mattino, i ragazzi stavano pescando sulle coste a nord di Gaza, nell'area di Beit Lahia.  Non si trovavano su un'imbarcazione, ma pescavano a pochi metri dalla spiaggia, in piedi, lanciando con

Google sbarca nei settlements israeliani

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Luca Salerno Betlemme 28 Settembre 2012, Nena News - Semmai vi dovesse incuriosire sapere come appare un settlements israeliano tra poche settimane sarà possibile scoprirlo via etere, semplicemente cliccando sul servizio Maps di Google. Come riportato dal principale quotidiano israeliano Yisrael Hayom, infatti, le macchine di Google sono state viste circolare in diversi settlements israeliani (Elkana, Oranit, Sha'arei Tikva e Ariel). Fino a questo momento solo la colonia di Ariel appariva sulle mappe di Google, mentre le altre non venivano mostrate. La società di Mountain View ha ricevuto l'autorizzazione ad operare sul territorio israeliano (e non solo) dall'Autorità per l'Informazione e la Tecnologia facente capo al Ministero di Giustizia, "al fine di fornire al pubblico informazioni generali" sulla topografia delle città israeliane. L'unico limite che sembra essere stato posto alle auto di Google è la mappatura di quegli outpost ch

Hebron : LA FORZA E IL CORAGGIO

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 La forza e il coraggio per me hanno il volto di una ragazzina di 11 anni, dai capelli scuri e gli occhi verdi. Si chiama Mona. Mona oggi porta al pascolo il gregge di suo padre, che ieri è stato cacciato e minacciato dai militari dell’esercito israeliano mentre lo faceva. Suo padre è stato cacciato, come anche tante altre volte prima, perchè si è avvicinato troppo ad Avigayil, un avamposto di coloni israeliani. Un avamposto è un insediamento, un piccolo villaggio costruito sul suolo palestinese in violazione, oltre che del diritto internazionale, anche della stessa legge israeliana. Nonostante l’illegalità, gli oltre 100 avamposti israeliani in terra palestinese sono solitamente sostenuti e protetti dall’esercito. Oggi siamo in tre ad accompagnare Mona. Abbiamo tutti le telecamere per documentare eventuali abusi e ingiustizie. Mona si spinge vicino all’avamposto, proprio davanti al cancello. Dopo quasi un’ora un colono ci avvista e come al solito scende da Avigayil in

Palestina. Una marcia contro le demolizioni, a rischio 1500 persone

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Sabato scorso hanno manifestato per difendere le loro case. Sono circa 1500 le persone a rischio dopo l'annuncio del ministro della Difesa Ehud Barak. Il racconto di un attivista che ha partecipato alla marcia per la pace nelle colline a sud di Hebron. di Simone Ogno La Marcia per la Pace è stata organizzata dal locale Popular resistance committee con il proposito di sostenere la presenza e la resistenza della popolazione locale. L'area a sud di Hebron fu chiusa dalle forze di occupazione israeliane negli anni'70 per essere utilizzata come luogo di addestramento delle truppe nei Territori Palestinesi Occupati, noto come Firing Zone 918. Di recente il ministro della Difesa israeliano Ehud Barak ha annunciato l'evacuazione di otto dei dodici villaggi che la compongo: Khirbet al-Majaz, Khirbet at Tabban, Sfay, Khirbet al-Fakheit, Halaweh, Mirkez, Jinba e Kharoubeh. Altri quattro, Mufaqarah, Tuba, Maghayir al-Abeed e Khirbet Sarura s

La libertà di criticare la libertà di parola di Sarah Kendzior

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La libertà di criticare la libertà di parola Redazione 27 settembre 2012 0 di Sarah Kendzior – 27 settembre 2012 Nell’estate del 2012 migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro quello che hanno percepito come un assalto alla loro religione. Erano sono attacco valori tradizionali, affermavano i dimostranti, per colpa delle pagliacciate intromissive di occidentali in cerca di gettare discredito sulle idee conservatrici. Ma in questa parte del mondo profondamente divisa e devotamente settaria non c’è voluto molto perché emergessero le controproteste. Attivisti hanno picchettato i luoghi delle dimostrazioni iniziali, condannando come arretrate e inumane le azioni del primo gruppo. I guru mediatici di entrambi gli schieramenti hanno fomentato la controversia, che si è trascinata per settimane, mentre i politici l’hanno sfruttata a proprio vantaggio. N