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Visualizzazione dei post da gennaio, 2011

Gad Lerner : la rivoluzione mediterranea e i nostri faraoni

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      Ormai è chiaro, stiamo vivendo un rivolgimento storico. L’effetto domino inaugurato dalla sollevazione in Tunisia manifesta il suo effetto più clamoroso in Egitto, paese-chiave degli equilibri internazionali e epicentro dell’islam sunnita. Mi dicono che Soleiman, il capo dei servizi segreti nominato vicepresidente, sarebbe uomo di grande intelligenza. Ma non basterà a frenare una vera e propria rivoluzione, nella quale decisivo e inedito si rivelano il ruolo di internet e dell’informazione autogestita. Anche i Fratelli Musulmani sono spiazzati e travolti da un movimento che per ora mantiene caratteristiche di laicità. Dipenderà anche dalle potenze occidentali, finora ottusamente abbarbicate ai vecchi presidenti-dittatori, se la nuova questione mediterranea non ci si rivolterà contro. Di certo il governo italiano ora dovrà smettere di vantarsi del suo accordo con Gheddafi, fonte di discredito e prossimo a trasformarsi in carta straccia. L’idea malsana dei nostri faraoni, secondo c

Akiva Eldar: Cisgiordania in fiamme? responsabilità americana e israeliana

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Sintesi personale i disordini iniziano  a Silwan,  si diffondono a Sheikh Jarrah, a Shuhada Street, a Hebron e a Ramallah. Studenti universitari , disoccupati,  ex prigionieri di Hamas e attivisti delusi di Fatah assalgono il Palazzo Presidenziale. Masse di persone  marciano verso l'insediamento di Psagot chiedendo la fine dell'  l'occupazione.  Un piccolo gruppo di soldati , spaventato, spara  contro i  manifestanti. La notizia  della morte di 10 giovani infiamma   le città arabe. Le Forze di Difesa israeliane  riprendono il controllo del territorio e restaurono il  regime militare . Il presidente dell'Autorità Palestinese Mahmoud Abbas annuncia  le sue dimissioni e smantella il PA.  Un' allucinazione ? Il prodotto di una fervida immaginazione?   I residenti  di Silwan, Sheikh Jarrah e Shuhada Street, che vivono sotto occupazione straniera, sono  in una situazione migliore di quella degli egiziani che soffrono sotto un regime crudele? in Cisgiordania il tasso di d

Haaretz: l'Occidente dovrebbe incoraggiare quanto sta avvenendo in Medio Oriente

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The West should encourage the new order of Mideast Sintesi personale      Il Medio Oriente sta vivendo  una rivoluzione  ,è  una rivoluzione civile dato che  il popolo, non l'esercito, decreta la fine di   un regime basato sulla corruzione , sulla violazione, sulla povertà  . Le persone stanno manifestando  per raggiungere il benessere che meritano.Non è la prima volta che il MO si ribella : l'Iran   avviò la sua rivoluzione nel 1979, la pressione del popolo libanese  costrinse  l'esercito siriano nel 2005 a  ritirarsi , grandi manifestazioni in molti Paesi arabi hanno cambiato la  politica economica. Eppure, ogni volta, ciò determina sorpresa  in Occidente e  in Israele. Questo perché percepiamo il popolo arabo privo  di potere e  di influenza,  manipolato dai loro governi, ma  le regole del gioco stanno cambiando radicalmente. In questi paesi  l'indebolimento della censura governativa, l'utilizzo efficace di Internet, gli organi dello Stato che  godono sempre

graffiti di Ayman Jamal Mghames (PR) and Khaled Harara (Black Unit) from PU

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VIDEO: I G.R.A.F.F.I.T.I DI AYMAN PR

Carlo Strenger :Al Jazeera e le carte palestinesi: chi sono i vincitori e ii perdenti?

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Aggiungi didascalia   Sintesi personale  I commentatori di tutto il mondo hanno sottolineato : ci sono stati colloqui seri e costruttivi tra il governo di Ehud Olmert e l'Autorità palestinese e le differenze tra Israele e palestinesi, pur non trascurabili , non erano  così profonde come i politici e la stampa volevano far credere.L'opinione pubblica pensa che   Al Jazeera  sia vicina ad  Hamas e per questo abbia voluto danneggiare  Mahmoud Abbas e il suo team.  Doveva essere uno shock  mostrare che i palestinesi stavano facendo concessioni sul diritto al ritorno all'interno dei confini del 1967 e su Gerusalemme , compresa la Città Vecchia.In  realtà  i  parametri fondamentali di qualsiasi futuro accordo di pace erano già stati  formulati da Bill Clinton nel 2000, ed erano stati  ribaditi  negli accordi di Ginevra. Nessuno dei contenuti riferiti  da Al Jazeera  si differenzia notevolmente da quanto definito in quella sede . Chiunque sia  rimasto  sconvolto doveva  esse

Gideon Levy: le masse egiziane non saranno mai alleate di israele se l'occupazione continuerà

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Tre o quattro giorni fa, l’Egitto era ancora nelle nostre mani. Il nostro esercito di esperti – compreso il nostro massimo esperto di Egitto, Benjamin Ben-Eliezer – aveva detto che “tutto è sotto controllo”, che il Cairo non è Tunisi e che Mubarak è forte. Ben-Eliezer aveva detto di aver parlato al telefono con un alto funzionario egiziano, il quale gli aveva assicurato che non c’è niente di cui preoccuparsi. Potete contare su Hosni, in procinto di diventare l’ex presidente dell’Egitto. Venerdì notte tutto è cambiato. Si è scoperto che le valutazioni dei servizi segreti israeliani, che erano state recitate fino alla nausea dagli analisti di corte, erano ancora una volta, potremmo dire, non proprio il massimo dell’accuratezza. Il popolo dell’Egitto ha voluto dire la sua, ed ha avuto il coraggio di non mostrarsi in linea con i desideri di Israele. Un attimo prima che il destino di Mubarak sia sancito una volta per tutte, è giunto il momento di trarre le conclusioni israeliane. Non la pia

Anna Momigliano Etgar Keret e Annette Wieviorka: i ribelli della Memoria

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     2 7 gennaio, giornata della Memoria. Una Memoria con la M maiuscola, condivisa e spesso istituzionalizzata, una Memoria che finisce puntualmente sui corsivi dei giornali tanto quanto nelle trasmissioni televisive del mattino. “Ricordare per non dimenticare”, questo lo slogan più diffuso in questa data. Eppure c’è chi non si accontenta, c’è persino chi protesta contro una Memoria data per scontata, che rischia di offuscare il diritto individuale alla singole memorie. Una Memoria sbandierata per ripulire le coscienze collettive e che, in alcuni casi, ha persino prodotto una classe (per favore, non parliamo di castismo) di “professionisti della Memoria.”Tra i ribelli della Memoria, spiccano i nomi di due personaggi diversissimi tra loro, ma uniti dal rifiuto della museificazione della Shoah, e della dolorosa esperienza ebraica più in generale: sono la storica francese Annette Wieviorka (nella foto), classe 1948, docente del Centre National de la Recherche Scientifique,la più

Egitto :MANIFESTANTI SFIDANO COPRIFUOCO, “RIVENDICANO DIGNITÀ CALPESTATA”

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   “La città è divisa in due e per passare da una zona all’altra bisogna fare giri infiniti e cercare di evitare posti di blocco e strade chiuse. Le proteste stanno unendo i diversi ceti della popolazione egiziana: tra i manifestanti ci sono persone che provengono dal popolo e dalle classi agiate, vecchi, donne e anche bambini. Tutti chiedono la caduta del regime”. Così, missionari contattati dalla MISNA al Cairo, che chiedono di rimanere anonimi per motivi di sicurezza, descrivono l’atmosfera nella città, teatro di imponenti proteste contro il regime di Hosni Mubarak. Con il passare delle ore la situazione si sta aggravando “e in molti sono bloccati in zone della città, senza riuscire a tornare a casa” sottolineano le fonti, mentre nella capitale e nelle città di Suez e Alessandria il governo ha decretato il coprifuoco fino alle 7 di domani mattina. “I giovani e tutti quelli presenti nelle piazze, oggi, chiedevano la fine della dinastia Mubarak. Non è da sottovalutare infatti che chi

ABRAHAM B. YEHOSHUA Gli arabi ad Auschwitz per scoprire la Shoah

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          Martedì prossimo, primo febbraio, una delegazione di un centinaio di personalità politiche e intellettuali provenienti da tutto il mondo arabo e musulmano, guidata dal presidente del Senegal e patrocinata dall’Unesco e dalla municipalità di Parigi, si recherà ad Auschwitz, in Polonia. Saranno accompagnati da un altro centinaio di personalità politiche, religiose e intellettuali cristiane, musulmane ed ebraiche di tutta Europa. Non è la prima volta che arabi musulmani visitano un campo di sterminio.Ritengo però che una delegazione di tale livello e portata non si sia ancora vista, e questo non solo è un risultato molto positivo per l’Unesco e per la città di Parigi, che cercano di contrastare le ventate di antisemitismo e di anti-islamismo che soffiano sull’Europa, ma è anche un segnale della volontà di governi e di organizzazioni arabe e musulmane, nonché di intellettuali e di esponenti religiosi, di combattere il fenomeno della negazione della Shoah. Il sionismo nasce come m

Amira Hass :I Palestine papers non sono una novità

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      Per i lettori e i telespettatori stranieri, abituati dai mezzi d’informazione a pensare ai negoziati come a un “processo di pace” andato a monte chissà perché, le rivelazioni dei Palestine papers sono forse state clamorose. Viste da qui, cioè dalla Cisgiordania occupata, non fanno lo stesso effetto.A metà del lontano 1997 rimasi bloccata al check point di Erez, l’ingresso nord nella Striscia di Gaza, chiuso per ore ai visitatori. Non lontano, sul versante palestinese, la segretaria di stato americana Madeleine Albright partecipava a un incontro con alti dirigenti palestinesi e israeliani. In quel momento un centinaio di genitori e figli di detenuti palestinesi tornavano da Israele, dove erano andati a trovare i parenti in prigione.Si erano svegliati alle 3 del mattino e avevano affrontato un viaggio di ore per poter passare con i loro familiari una mezz’oretta. Tornati esausti, erano stati costretti a restare chiusi a bordo degli autobus fuori dal check point, sbarrato perché gl