"Piombo fuso", Israele violò proprie regole di ingaggio


Roma, 3 feb. (Apcom) - L'esercito israeliano ha violato le proprie regole di ingaggio in materia di protezione dei civili nel corso dell'operazione "Piombo fuso", l'invasione della Striscia di Gaza avvenuta nel gennaio scorso: è quanto pubblica il quotidiano britannico The Independent, citando le dichiarazioni di un alto ufficiale dell'esercito dello Stato ebraico.In particolare, non sarebbe stata applicato il principio denominato "mezzi e intenzioni", ovvero il fatto che un bersaglio debba avere un'arma e l'intenzione di usarla per poter essere legittimamente colpito; una revisione delle regole avvenuta dopo il conflitto nel Libano meridionale e intesa a ridurre il più possibile il rischi per i militari."Chiunque voglia far detonare un ordigno contro un gruppo dei militari non ha bisogno di girare con un kalashnikov: può girare come un qualsiasi civile, e poi azionare l'ordigno o chiamare qualcuno che lo faccia: non potevamo aspettare che questo succedesse", ha spiegato l'ufficiale.Altri militari hanno confermato che nelle zone in cui la popolazione era stata fatta sgomberare, il solo movimento era sufficiente ad autorizzare il fuoco: "Questo non vuol dire che non vi sia rispetto per le vite dei palestinesi, ma la nostra priorità sono le vite dei nostri soldati, e su questo non si possono avere compromessi".La maggioranza delle vittime palestinesi sarebbe stata peraltro colpita dagli aerei teleguidati ("droni") su ordine diretto del quartier generale, e non dai militari dispiegati sul terreno. Le rivelazioni sarebbero contenute in un'inchiesta preparata dal quotidiano israeliano Yediot Ahronoth, pronta da cinque mesi ma mai pubblicata.




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