Post

Paola Cardi : articoli sul caso di Giulio Regeni

Immagine
1  La Meglio Gioventù, lasciata sola – 1 febbraio 4, 2016 - Paola Stavo pensando a Islam Gawish, appena tre giorni fa. Uno dei più noti vignettisti egiziani, arrestato così, senza capi di imputazione, dai servizi di sicurezza del regime di Abdel Fattah Al Sisi. Lo hanno portato via, sottoposto a un lungo interrogatorio. Forse per l’amministrazione della sua pagina Facebook. Per Islam Gawish si è mobilitata immediatamente la Rete, internet, egiziano e internazionale, chiedendo conto di quello che si stava facendo al Cairo. Islam è forse il vignettista più noto in Egitto. Vignettista, disegnatore satirico: una specie che esiste, eccome se esiste nel mondo arabo, anche se noi pensiamo che esista solo la nostra abilità dissacrante di ridere su qualsiasi cosa. A Islam Gawish è andata bene, è stato rilasciato dopo meno di un giorno. Tutti temevamo che gli fosse toccata la stessa sorte di moltissimi ragazzi egiziani. Migliaia, decine di migliaia di ragazzi

Morte Giulio Regeni, la sfida dei ragazzi egiziani "The Januarians": tutti davanti all'ambasciata italiana al Cairo a portare fiori

I giovani egiziani rischiano per Giulio: domani tutti all'ambasciata a portare fiori "Portate fiori". La morte di Giulio Regeni non sta scatenando sdegno e indignazione soltanto in Italia, ma anche in Egitto. Al Cairo dozzine di giovani, ancor prima delle… huffingtonpost.it Portate fiori". La morte di Giulio Regeni non sta scatenando sdegno e indignazione soltanto in Italia, ma anche in Egitto. Al Cairo dozzine di giovani, ancor prima delle ipotesi, hanno subito accostato la scomparsa del 28enne friulano a squadroni della morte riconducibili ai servizi di polizia. Per questo domani alle 16, perché Giulio era anche "uno di noi", forse centinaia di ragazzi si recheranno davanti all'ambasciata italiana al Cairo, sfidando tutte le insidie che questo comporta, a portare fiori e chiedere giustizia per lo studente italiano di Cambridge. Non è un dato da poco: la manifestazione, rilanciata su Facebook, è stata org

Gideon Levy :Israelis Ignore the Gaza Ghetto Until the War Drums Are Heard

Immagine
                  Israelis ignore the Gaza ghetto until the war drums are heard - Opinion Two million human beings, some of whom worked here for years, some of them even have friends here, live in abject poverty and petrifying despair, mainly… haaretz.com The latest news from the ghetto comes, as usual, from the outside. The addiction to fear and the eternal wallowing in terror in Israel suddenly reminded one of the existence of the neighboring ghetto. Only thus are we here reminded of Gaza. When it shoots, or at least digs. Residents of the communities surrounding Gaza hear sounds, perhaps the sounds of digging, and the ghetto is no longer abandoned. We recall its existence. Iran dropped off the agenda. Sweden isn’t scary enough. Hezbollah is busy. So we return to Gaza. If the Ayelet Zurer affair loses steam heaven forbid, or the Moshe Ivgy affair doesn’t take off – the things that are really interesting – because then some bored co

Mitchell Plitnick: I leader di Israele sono nella negazione: L'occupazione è globale, non locale Risposta a Sharansky

Immagine
Mitchell Plitnick : Israel's Leaders Are in Denial: The Occupation Is Already a Global, Not a Local, Issue Sintesi personale La lotta di Natan Sharansky e dei suoi compagni refusenik per la libertà in Unione Sovietica è stata fonte di ispirazione per gli attivisti dei diritti umani in tutto il mondo.Nel suo recente articolo  egli critica  "Breaking the Silence " in quanto  porta  le testimonianze di violazioni dei diritti umani da parte dei militari israeliani all'estero. "Naturalmente è legittimo credere che la presenza militare israeliana in Cisgiordania debb terminare immediatamente", ha scritto Sharansky. "ma è altrettanto legittimo credere che un tale ritiro potrebbe essere pericoloso e persino catastrofico per lo Stato. Si tratta di una questione politica che dovrebbe essere decisa dai cittadini di Israele attraverso i loro rappresentanti eletti, non da un piccolo gruppo di profeti

Mitchell Plitnick : Israel's Leaders Are in Denial: The Occupation Is Already a Global, Not a Local, Issue

Immagine
            Israel's leaders are in denial: The occupation is already a global, not a local, issue HAARETZ.COM The struggle of Natan Sharansky and his fellow refuseniks for freedom in the Soviet Union was an inspiration to human rights activists around the world. But his recent article, "Breaking the Silence Is No Human Rights Organization - and I Should Know," where he criticizes Breaking the Silence, reveals that his experience does not necessarily give him insight into the norms of democracy and human rights. Sharansky’s main complaint against Breaking the Silence, a grantee of the Foundation for Middle East Peace, is that they bring their testimonies of human rights violations by the Israeli military to foreign countries. “It is of course legitimate to believe that Israel’s military presence in the West Bank should be ended immediately,” Sharansky wrote. “But it is equally legitimate to believe that such a withdrawal would b

Israele :“Mesarvot” e “Adhut” rilanciano rifiuto del servizio

Immagine
“Mesarvot” e “Adhut” rilanciano rifiuto del servizio militare + - Queste due organizzazioni promuovono l’obiezione di coscienza tra i giovani israeliani ebrei che non intendono partecipare all’occupazione dei territori palestinesi. La scelta di Tair Kaminer. Tair Kaminer di Rosa Schiano Roma, 4 febbraio 2016, Nena News – Occhiali neri, abbigliamento semplice ed un gran sorriso. Così appariva Tair Kaminer durante la protesta in suo sostegno all’esterno della base militare di Tel Hashomer lo scorso 10 gennaio. La diciannovenne obiettrice di coscienza israeliana, dopo aver scontato 20 giorni di carcere, ha riaffermato domenica la sua volontà di non arruolarsi nell’esercito. Una decisione che le è costata ora una nuova pena di 25 giorni di reclusione nel carcere militare 6. La condanna si ripeterà fino a quando lo vorrà l’esercito. Negli ultimi anni, riporta il quotidiano inglese The Indipendent , un certo numero di obiettori di

Le cinque palestinesi che fanno cambiare idea sulle donne arabe

Immagine
              Le cinque palestinesi che fanno cambiare idea sulle donne arabe Betty, Marah, Noor, Mona e Maysoon hanno formato la prima squadra femminile di rally automobilistico in Palestina. La loro storia fa cambiare prospettiva sulla… internazionale.it | Di Catherine Cornet         Catherine Cornet , giornalista e ricercatrice La storia di Betty, Marah, Noor, Mona e Maysoon, le cinque ragazze che hanno formato la prima squadra femminile di rally automobilistico in Palestina, è una di quelle che fanno cambiare prospettiva sulla condizione della donna in Medio Oriente. Ma, soprattutto, fanno cambiare prospettiva sugli uomini mediorientali. E ce n’è bisogno, di questi tempi. Le cinque pilote sono al centro di Speed sisters , il documentario della regista Amber Fares, che le ha seguite mentre affrontano pregiudizi sociali e difficoltà logistiche nella Cis

Davide Frattini : Gaza al buio e al freddo. Il gas di Gaza

Immagine
1999 L'Autorità palestinese accorda una concessione di 25 anni per l'esplorazione al largo della costa di Gaza al gruppo britannico BG 2000 A 850 metri di profondità nel Mediterraneo viene scoperto il giacimento Gaza Marine. Poco dopo scoppia la seconda Intifada 2001 La società americana Noble Energy e l'israeliana Delek (partner nel consorzio Yam Thetis, che vuole sfruttare i giacimenti scoperti al largo di Israele) portano il gruppo BG in tribunale contestando la concessione 2004 BG annuncia di voler cominciare i negoziati con l'Egitto per trovare acquirenti per il gas che verrà estratto del giacimento 2007 Alla fine della primavera, i vari gruppi coinvolti nelle trattative sono vicini a un accordo: il gas estratto da BG verrà trasportato da una gasdotto sottomarino al porto israeliano di Ashkelon e da lì distribuito anche verso la Striscia di Gaza e la Cisgiordania Con un colpo militare il movimento fondamentalista Hamas toglie i

Patrizia Cecconi : CONTADINI DI RAFAH. TRA MISERIA E DIGNITÀ...

Immagine
Report dalla Striscia di Gaza: un venerdì tra campi profughi ...   di Patrizia Cecconi, Gaza, 30 gennaio 2016   Il venerdì è giorno di festa in Palestina ma nella Striscia di Gaza i suq al mattino sono aperti, così accetto l’invito di Fatima e vado a fare un giro al suq di Jabalia.  Qui le verdure e la frutta provengono esclusivamente dal nord della Striscia e i contadini arrivano ogni giorno con i carretti tirati da muli e asinelli a vendere quel che riescono a raccogliere dai loro campi nonostante i frequenti impedimenti degli assedianti. Contiguo alla cittadina di Jabalia, che conta circa 83.000 abitanti c’ è l’omonimo refugee camp, quello da cui provenivano i 4 contadini investiti e uccisi nel dicembre del 1987 da un camion di soldati occupanti. Il fatto rappresentò la scintilla che fece esplodere la rabbia per gli abusi conseguenti al

Edo Konrad* : Che cosa spinge gli agenti della sicurezza palestinese a ribellarsi contro Israele e la stessa Anp?

Immagine
        Che cosa spinge gli agenti della sicurezza palestinese a ribellarsi contro Israele e la stessa Anp? Alcuni palestinesi perpetrano l’occupazione contro il loro stesso popolo, sostiene l’editorialista di +972 Magazine Edo Konrad nena-news.it Forze di sicurezza dell’Anp foto Issam Rimawi/Flash90 di Edo Konrad* – +972 Magazine (traduzione di Cristiana Cavagna) Domenica mattina (scorsa) il 34enne Amjed Sakari, membro dei servizi di sicurezza palestinesi, ha guidato la macchina fino ad un checkpoint israeliano riservato esclusivamente al personale dell’Autorità Nazionale Palestinese. Alla richiesta di esibire il suo documento di identità, è saltato fuori dalla macchina ed ha aperto il fuoco, ferendo tre soldati israeliani. Come reazione, l’esercito israeliano ha posto Ramallah, la capitale politica e finanziaria della Cisgiordania, sotto assedio quasi totale. Sakari, guardia del corpo del procuratore capo palestinese, è solo il s

Alex Zanotelli : Italia-Libia: basta guerre!

Immagine
          Italia-Libia: basta guerre! Alla vigilia di un’altra guerra contro la Libia, questa volta “a guida italiana”, il missionario comboniano p. Alex Zanotelli fa appello a tutto il mondo pacifista italiano &quo(...) adista.it Alla vigilia di un’altra guerra contro la Libia, questa volta “a guida italiana”, il missionario comboniano p. Alex Zanotelli fa appello a tutto il mondo pacifista italiano "per esprimere con un’unica voce il nostro NO alla guerra contro la Libia, un NO a tutte le guerre che insaguinano il nostro mondo". Di seguito il testo dell'appello pubblicato su il dialogo.org . Sembra ormai assodato che le forze speciali SAS sono già in Libia, per preparare l’arrivo di mille soldati britannici. L’operazione complessiva, capitanata dall’Italia, dovrebbe coinvolgere seimila soldati americani ed europei per bloccare i cinquemila soldati dell’Isis. Il tutto verrà sdoganato come “un’operazione di peace

Rimmon Lavi : Due stati - una Patria:

Due stati - una patria Utopia durante un’ondata di terrore? Due stati - una Patria: utopia durante un'ondata di terrore?   di Rimmon Lavi Ci troviamo sia in Europa, sia in Israele di fronte al  dilagare di un terrore che pare senza spiegazione e senza soluzione razionale. In Israele l’attuale periodica ondata è iniziata ad agosto con il rogo doloso di una famiglia palestinese vicino a Nablus (ancora latitanti gli assassini ebrei) ed il successivo eccidio-vendetta di una coppia di coloni ebrei: l’ondata sembra incontenibile proprio perché virale e non organizzata. Nessuno sa cosa proporre a breve termine per ridurre l’infatuazione suicida di giovani palestinesi dopo 48 anni d’occupazione. In tale atmosfera di disperazione pare forse assurdo presentare ai lettori di Ha Keillah una nuova iniziativa di pace, che sembra ancora più utopica ora di quanto lo fosse già quando è nata più