Post

FOTO: i palestinesi guardano la stagione del raccolto sparire davanti ai loro occhi

Immagine
Nel villaggio di Salem, come altrove in Cisgiordania, i palestinesi sono costretti a raccogliere le loro olive secondo i capricci e le restrizioni delle autorità israeliane. Foto e testo di: Ahmad Al-Bazz / Activestills.org   Sintesi personale I soldati israeliani guardano  i contadini palestinesi   mentre raccolgono le olive nel villaggio di Salem, vicino a Nablus, in Cisgiordania, il 9 ottobre, 2014   I contadini palestinesi che hanno oliveti vicino aagli  insediamenti israeliani, basi militari o di strade di collegamento sono limitati nel loro accesso alla loro terra. Quest'anno agli abitanti del villaggio di Salem è stato permesso di raccogliere le olive solo  per cinque giorni. (Foto: Activestills.org) Come ogni anno nel mese di ottobre, le famiglie palestinesi in Cisgiordania iniziano la stagione della raccolta delle olive. La vendemmia per ogni famiglia potrebbe richiedere alcuni giorni o alcune settimane a seconda del numero di olivi

Fulvio Scaglione:BLASFEMIA: ASIA BIBI E LA BOMBA

Immagine
  articolo Dopo una lunga serie di pretestuose esitazioni e di rinvii, l’Alta Corte di Lahore (Pakistan) ha respinto il ricorso dei legali e confermato la condanna a morte di Asia Bibi. Per la donna cristiana madre di cinque figli, messa in carcere nel 2010 in base alla terribile legge sulla blasfemia, l’unica possibilità resta ormai la Corte Suprema, terzo e definitivo grado del sistema giudiziario pakistano. Onestà impone di dire che a questo punto le speranze per Asia Bibi non sono molte, per le stesse ragioni che l’hanno tenuta in galera finora. La legge sulla blasfemia è così vaga e pretestuosa da prestarsi a ogni sorta di abuso: da parte degli accusatori (che la usano quasi sempre per regolare questioni private), dei giudici (fanatici o pavidi) e anche di chi gestisce le carceri. Negli ultimi mesi sono stati uccisi in cella due uomini detenuti per blasfemia. Un musulmano di 65 anni, Khalil Ahmed, è stato eliminato da un ragazzo che, curiosamente, era rius

Sukkot 2014 con le comunità cattoliche di lingua ebraica

Immagine
11 ottobre 2014, una bella giornata passata in compagnia degli amici delle kehillot a Kiriat Yearim dove ogni anno si ritrovano per il sabato delle festività di sukkot. È un’occasione per rivedersi, conoscere persone nuove, pregare, iniziare l’anno insieme. Quest’anno, durante la messa c’è stato il battesimo della piccola Sofia e una benedizione speciale per Benedetto e, insieme a lui, tutti quelli che sono in cammino verso il ministero o la consacrazione religiosa. Per i dettagli della nostra festa di sukkot vi rimando all’ articolo dal sito del vicariato  – sito che non dovete perdere di vista! -. Scoprirete che Giacomo Bergamin ha presieduto la messa e che si è parlato del santo del giorno! Mi piace molto il clima fraterno, accogliente che si respira tra queste persone, molto varie per provenienza, lingua, età, gusti, idee ma desiderose di vivere come “comunità”, che ti fanno facilmente sentire in famiglia. Ecco le foto:   http://www.andresbergamini.it/wp/sukkot-

Noam Chomsky :Incombono nuvole nere

Immagine
di Noam Chomsky – 18 ottobre 2014 A ottobre 2014 il Plymouth Institute for Peace Research ha chiesto a Noam Chomsky di commentare alcuni importanti sviluppi mondiali, tra cui la minaccia di una guerra nucleare, l’attuale aggravamento della violenza a Gaza e la crescita dell’ISIS in Iraq. Questi sviluppi tristi e pericolosi sono colpiscono particolarmente, considerato che sono coincisi con il centenario della prima guerra mondiale. Ciò ci offre un indizio non trascurabile a proposito di quanto governi e pubblici abbiano imparato da un secolo di guerre. Quest’anno commemora il centenario della cosiddetta Grande Guerra. Quali sono le sue riflessioni? C’è molta discussione a proposito dell’attribuzione della responsabilità/colpa per lo scoppio di questo orrendo conflitto e un generale accordo su un punto: ci fu un elevato livello di accidentalità e di contingenza; le decisioni avrebbero potuto facilmente essere diverse, evitando la catastrofe. Ci sono infausti paralleli co

Combattere per la libertà e sperare: Kobani e oltre

Immagine
Combattere per la libertà e sperare: Kobani e oltre Di Preeti Kaur 15 ottobre 2015 Nelle tre settimane scorse, Kobani, una città curda in Siria, situata al confine con la Turchia, è stata assediata dalle milizie dello Stato Islamico. Squadre di difesa curde – con donne coraggiose che difendono le barricate di Kobani – hanno finora condotto una resistenza eroica contro l’IS. (NBC, 11 settembre, 2014). I militanti dell’IS circondano Kobani minacciando un massacro come quello di Srebrenica (teleSUR, 12 ottobre, 2014). La Turchia in modo aggressivo si rifiuta di fornire ai curdi il necessario aiuto per sconfiggere l’IS. Invece, 30 dimostranti che chiedevano alla Turchia di farsi avanti e di difendere i curdi da un potenziale massacro, sono stati uccisi in Turchia. (NYTimes, 12 ottobre). Il silenzio della Turchia in risposta alle richieste di assistenza a Kobani, è coerente con la decennale repressione che ha operato contro i curdi. Anche gli Stati Uniti implorano la Turch

Hasbara : la Palestina è uno stato secondo i criteri di Montevideo ?'

Una brevissima risposta      a chi  dichiara : " La Palestina non risponde alle condizioni del diritto internazionale per essere uno stato, come stabilite dalla convenzione di Montevideo del 1933: 1) Una popolazione permanente. 2) Un territorio definito. 3) Un potere di governo esclusivo. 4) La capacità di intrattenere rapporti con altri stati." Peccato  che sia sfuggito che se questi sono i criteri per essere stato, allora lo stato di Israele non è tale, perchè non soddisfa il secondo criterio, in quanto non ha mai definito in via definitiva i suoi confini. Se lo avesse fatto, avrebbe posto dei limiti alle sue ambizioni espansionistiche. Se la Palestina, secondo questi criteri applicati  non è uno stato, non lo è quindi per stessi criteri neanche Israele! Dal 1933, i criteri di Montevideo non sono l'unico punto di riferimento che consente di determinare la statualità: il diritto internazionale riconosce uno stato anche se è stato riconosciuto da altri s

B. Michael : il Kishinev Pogrom e le vittime civili della guerra di Gaza

Sintesi personale Domenica segna i  109 anni da quando il "piccolo" Kishinev Pogrom  ha avuto luogo nell' ottobre del 1905 , esattamente due anni e mezzo dopo il primo, il più noto Kishinev pogrom che ha scioccato il mondo A ogni giovane israeliano è stato spiegato il termine "Kishinev Pogrom", ed è giusto così. E 'stato un massacro barbaro,  di puro antisemitismo.   “On the Slaughter” and “The City of Slaughter  poesie scritte da Bialik lamentando il dolore, la rabbia e il tormento che provava dopo il pogrom. Le lunghe  poesie ferocemente formulate offrono una condanna penetrante degli assassini di Kishinev e sono rimaste parte integrante  della coscienza ebraica per generazioni. La memoria sarà sempre con noi. All'inizio di ottobre, l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) ha pubblicato il suo ultimo rapporto (ma non definitivo) sulla  guerra  a Gaza . L'ONU può

B. Michael : The Strip of Slaughter

More than 100 years ago, the Kishinev progroms shocked the world. Yet we have managed to forget the innocent dead of Gaza after less than two months. By B. Michael | Oct. 17, 2014 | 1:03 AM | 2 Palestinian women look at the shattered remains of a building complex in Beit Hanun, Gaza Strip on Aug. 29, 2014, that was destroyed by fighting between Palestinian militants and Israel. Photo by AFP Sunday marks 109 years since the “smaller” Kishinev Pogrom that took place in October 1905, exactly two and a half years after the first, better-known Kishinev Pogrom that shocked the world – from Theodor Herzl to Theodore Roosevelt, from Leo Tolstoy to Ze’ev Jabotinsky, and from Maxim Gorky to Haim Nahman Bialik.

Tobia Zevi :Di cosa stiamo parlando

Immagine
Di cosa stiamo parlando Domenica sera il Consiglio della Comunità ebraica di Roma si è riunito con un ordine del giorno a dir poco abbondante, fortemente voluto dal presidente Riccardo Pacifici. Tra i vari argomenti ha destato curiosità, attenzione e preoccupazione quello relativo all’avvio della procedura per l’uscita di Roma dall’Unione delle comunità ebraiche (UCEI). Si tratta di un’ipotesi addirittura rivoluzionaria: la più grande comunità italiana uscirebbe dall’istituzione nazionale dell’ebraismo, i cui rapporti con lo Stato sono regolati dall’Intesa, un accordo che ha rango di trattato internazionale. Noi ebrei romani non avremmo più i soldi dell’otto per mille e, tecnicamente, cesseremmo di essere ebrei per la Repubblica, senza contare che altre entità giuridiche potrebbero nascere. L’argomento è troppo serio per piegarlo a logiche di parte, e spero che questo articoletto non venga strumentalizzato per “schiacciare” l’UCEI su questo o sull’altro versa

Ucciso dall'IDF un ragazzino palestinese di 13 anni

Immagine
Annie Robbins s sintesi personale Le forze israeliane hanno fatto irruzione nel villaggio della West Bank di Beit Laqiya nella notte di Giovedi e hanno sparato Bahaa Samir Badir, un  ragazzo palestinese  di 13 anni , 3 volte al petto . Badir è morto due ore dopo, al Palestine Medical Complex a Ramallah. Ma'an riporta  che  il ragazzo è stato colpito a " distanza ravvicinata "e soffriva di" gravi emorragie ". Haaretz ha riferito  che è stato il comandante dell'unità  a  uccidere il ragazzo. Bahaa Samir Badir (foto: Ma'an News) L'esercito israeliano sostiene che  una loro unità è entrato Beit Laqiya "dopo che le pietre sono state lanciate nella zona "secondo Haaretz  che  pone la domanda, quali erano gli obiettivi del lancio di pietre prima che l'unità militare  facesse irruzione al villaggio? Chi ha segnalato il presunto lancio di pietre? Secondo un portavoce delle forze israeliane israeliane s

L'Alta Corte di Israele sceglie l'occupazione rispetto al diritto internazionale

  Sintesi personale Corte Suprema di Israele  1 aprile 2014 (Foto da Oren Ziv / Activestills) Con Gerard Horton L' Alta Corte di Giustizia, Corte Suprema di Israele ,ha ascoltato migliaia di petizioni presentate da  palestinesi che vivono sotto occupazione militare dal 1967 Questo dà luogo ad una situazione insolita : il tribunale civile permette  a  individui,  che possono essere considerati stranieri nemici, di presentare petizioni sfidando le azioni dei militari di Israele nei territori occupati. Nel 2010  alla Corte è stata presentata  una petizionedi Yesh Din contro il ministro della Difesa per conto dei  prigionieri palestinesi  della Cisgiordania trasferiti e detenuti in israele . Il trasferimento e la detenzione dei prigionieri palestinesi al di fuori della Cisgiordania è consentito secondo la legge israeliana (regola 6 del Regolamento di emergenza), ma vietata dal diritto internazionale (articoli 49 e 76 della Quarta Convenzione di Ginevra).

Zvi Schuldiner :Stato palestinese: quando un gesto forte da Roma?

Immagine
Zvi Schuldiner, 14.10.2014 Palestina. La Camera dei Comuni approva una mozione laburista   Men­tre il governo di Neta­nyahu e i suoi mini­stri con­ti­nuano a fab­bri­care mon­ta­gne di parole a vuoto, si sus­se­guono le pres­sioni per farli tor­nare alla realtà: sem­pre più alte si alzano le voci che chie­dono di porre fine alla poli­tica bel­li­cosa e colo­nia­li­sta di Neta­nyahu e alla sua coa­li­zione fon­da­men­ta­li­sta e ultra­na­zio­na­li­sta. Pro­prio l’Italia dovrebbe tor­nare ai giorni in cui la Demo­cra­zia cri­stiana la pose alla testa della poli­tica euro­pea: quando, nel 1980, la dichia­ra­zione di Vene­zia indicò all’Europa che anche i pale­sti­nesi ave­vano il diritto all’autodeterminazione. Ora gli ita­liani rice­vono il mini­stro degli esteri israe­liano Lie­ber­man, che cer­cherà di ven­dere mer­can­zia di seconda mano. L’illustre ospite rac­con­terà la famosa ini­zia­tiva israe­liana, i cui det­ta­gli riman­gono oscuri: una pre­sunta trat­ta­tiv

Amira Hass: “Anonimato ai soldati che hanno ucciso civili palestinesi per sottrarsi alle responsabilità

Immagine
di Amira Hass – Haaretz Ramallah, 16 ottobre 2014, Nena News – Omri e Yaron sono due soldati del Battaglione 202 della Brigata Paracadutisti. Non ci è consentito conoscere i loro nomi completi. Nelle dichiarazioni che hanno sottoposto alla corte hanno sostenuto che rivelare il proprio nome potrebbe causare loro dei problemi quando vanno in missione come riservisti in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza. Sarebbero rimasti totalmente anonimi, ma per la procedura legale sono stati rintracciati – anonimi per chi ritiene che Zakaria Daraghmeh, padre di cinque figli, non sia soltanto una X sul crescente elenco dei palestinesi uccisi dai soldati israeliani Il principio di garanzia dell’anonimato per i soldati che hanno ucciso civili palestinesi al di fuori di scontri, aiuta ogni giornalista a collaborare al meccanismo che permette di sottrarsi a responsabilità e colpe . E’ lo stesso meccanismo burocratico e psicologico che agisce in senso esattamente opposto quando

16 ottobre deportazione ebrei di Roma

"Perché a Genova non si vedono immigrati spalare?

Immagine