COMUNICATO STAMPA – La Società “Saint Yves” ha pubblicato il 30 gennaio 2016 le più recenti novità sul caso di Cremisan. Il convento salesiano, i proprietari terrieri…
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COMUNICATO STAMPA – La Società “Saint Yves” ha pubblicato il 30 gennaio 2016 le più recenti novità sul caso di Cremisan. Il convento salesiano, i proprietari terrieri e il comune di Beit Jala avevano chiesto alla Corte Suprema israeliana di fare piena luce su quale fosse il percorso di costruzione del muro di separazione che minaccia di espropriare le loro terre. La corte ha respinto il loro ricorso, mentre, paradossalmente, ha riaffermato il diritto dei proprietari di opporsi a un percorso che impedirebbe il libero accesso alla loro terra.

La Corte Suprema ha respinto l’ultimo ricorso sul caso Cremisan. Queste petizioni sono state presentate dalle Suore Salesiane del Convento – rappresentate dalla Società Saint Yves, il Centro Cattolico per i Diritti Umani – e dai proprietari e dal comune di Beit Jala, rappresentato dal loro avvocato Ghayyath Nasser.
Se la Corte ha confermato la decisione di approvare la costruzione del muro di annessione, ammettendo che un tale edificio risponde a “bisogni di sicurezza”, i proprietari terrieri hanno – a loro volta – il diritto di opporsi alla costruzione di qualsiasi traccia di muro che impedirebbe il libero accesso alla loro terra. Inoltre, le Suore salesiane hanno visto garantire il diritto di opporsi al percorso finale del Muro di Annessione nelle prossime presentazioni. In una situazione in cui l’esercito avrebbe intenzione di mettere le persone davanti al fatto compiuto nella costruzione del muro di annessione, la Corte, in questa relazione, garantisce a entrambe le parti il ​​diritto di opporsi, al suo percorso o qualsiasi altra trama futura, nonostante il fatto che la costruzione del muro sia stato già iniziato a Beir Onah – Beit Jala.
La petizione presentata dalla Società “Saint Yves” nel luglio 2015 chiede al Tribunale di ordinare al Ministero della Difesa israeliano di rivelare l’intera mappa del percorso del muro di annessione prima di iniziare la sua costruzione, al fine di evitare una situazione ingiusta che metterebbe i residenti di Cremisan di fronte a fatto compiuto. La Società “Saint Yves”, nella stessa petizione, ha chiesto alla Corte di emettere un’ordinanza che vieti al ​​Ministro della Difesa di costruire il muro di annessione, senza aver preventivamente presentato l’intero percorso pianificato, e che consenta a tutte le parti interessate di opporsi, in particolare i proprietari di quelle terre che saranno danneggiate dalla costruzione del muro di annessione.
La richiesta della Società “Saint Yves” arriva dopo una petizione da parte del comune di Beit Jala e dei proprietari in cui si chiedeva alla Corte di annullare il percorso del Muro di Annessione come è stato presentato dal Ministero della difesa israeliano e di ordinare all’Esercito di presentare un percorso alternativo.
Dal mese di agosto 2015, l’esercito israeliano ha già iniziato la costruzione del muro di annessione della regione, in particolare su un terreno appartenente a privati nella zona di ​​Beir Onah – Beit Jala, sradicando alberi di ulivo e demolendo con i bulldozer i terreni agricoli per erigere sezioni di parete.
Société “Saint Yves”

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