Roma : Comunicato Amici del Baobab dopo il bliz della polizia e dei carabinieri

La risposta che attendevamo sull'emergenza transitanti nella Capitale è arrivata questa mattina, dopo cinque mesi. Ventiquattro migranti sono stati prelevati dal centro Baobab per l'identificazione, tra di essi eritrei, etiopi e magrebini. Strano modo di intervenire, in tenuta antisommossa e con unità cinofile; proprio ora che i migranti sono drasticamente diminuiti iniziano perquisizioni ed identificazioni per allontanarli dal luogo che per cinque mesi ha coperto un buco dell'amministrazione pubblica sostenendosi col mero volontariato.
Sarebbe questa la risposta che, come Paese civile, riusciamo a mettere in atto per affrontare l' "emergenza profughi"? E' un atto di violenza che noi volontari condanniamo con fermezza e dal quale ci dissociamo, perchè lascia in strada persone incolpevoli, attuando una caccia all'uomo alimentata dalla paura di atti terroristici, amplificata mediaticamente e politicamente dopo i fatti di Parigi.
Il terrore in questi mesi al Baobab c'è stato ogni giorno. A partire da Delina, non più di tre anni e dedita a pettinare i capelli delle volontarie. E' una terrorista, sì, perchè se la si guarda negli occhi incute il terrore del senso di colpa suscitato dalla nostra inerzia e dai nostri pregiudizi. E' terrorista anche Adhanet, 35 anni, che ha percorso il Sudan e ha subito le percosse e le violenze della polizia libica in un centro di detenzione nel quale sono stati fucilati davanti a lei quindici uomini. Sono terroristi i 35 mila profughi, accolti da noi mentre tentavano di raggiungere il Nord Europa in fuga da guerre e dittature e provati da un viaggio che passa per l'orrore della Libia e dei barconi.
Dove era lo Stato durante questa processione invisibile e silenziosa? Dove era mentre transitavano in Italia da clandestini, senza un nome, per evitare di essere identificati entrando nel meccanismo perverso di Dublino?
Noi volontari in questi mesi abbiamo agito, nei nostri limiti, per un'accoglienza degna, tentando sempre un'interlocuzione difficile con il Comune, che da mesi minaccia lo sgombero attraverso le parole dell'assessore Danese, chiedendo aiuti economici, un luogo adatto ad accogliere i migranti, sicuro e gestito da lavoratori competenti. Nulla di ciò è arrivato e oggi affrontiamo un'ennesima situazione ingestibile.
Noi come singoli e come gruppo non smetteremo di dare accoglienza e di impegnarci per Roma. Speriamo perciò nel sostegno dei cittadini, perché ora più che mai ne abbiamo bisogno, gli stessi che non ci hanno mai lasciati soli, e a cui chiediamo di restare al nostro fianco.



 2 

Il blitz della polizia al centro per migranti Baobab di Roma

A Roma le forze dell’ordine hanno fatto un blitz per controllare e identificare i migranti ospitati dal Baobab, un centro di accoglienza gestito da volontari in via Cupa, nella zona Tiburtina. La questura ha riferito che l’intervento rientrava nell’ambito delle operazioni per la sicurezza del Giubileo.
L’operazione di polizia. Secondo testimoni una cinquantina tra carabinieri e agenti di polizia sono arrivati al centro intorno alle 6.30, a bordo di quattro blindati, e hanno bloccato la strada. Poliziotti e militari, anche in tenuta antisommossa e con unità cinofile, sono entrati nel dormitorio e hanno fatto uscire i profughi presenti, circa settanta, per farli identificare da funzionari dell’ufficio immigrazione della questura di Roma.
I migranti portati via. Le persone trovate senza documenti erano 24 tra cui due minori non accompagnati, hanno raccontato i volontari del centro. Sono stati tutti caricati su un pullman e trasferiti in via Patini all’ufficio immigrazione. In questo gruppo, oltre a etiopi ed eritrei, c’erano diversi migranti marocchini, che per un accordo bilaterale tra l’Italia e il paese di provenienza “rischiano il rimpatrio diretto”, ha spiegato Roberto Viviani, uno dei volontari del Baobab.
Il rischio di sgombero. L’operazione ha colto di sorpresa i volontari, che da tempo erano stati avvertiti della possibilità di uno sgombero della struttura per cause amministrative, e quindi con l’arrivo della polizia, all’alba, temevano di essere tutti costretti ad abbandonare il centro.
Cos’è. Il Baobab è un centro culturale con un ristorante di cucina africana. Era nato nel 2004 in una vetreria abbandonata, tra il piazzale del Verano e la stazione Tiburtina, come centro di accoglienza e per attività culturali sotto la gestione del consorzio di Salvatore Buzzi, il principale imputato nell’inchiesta di Mafia capitale. Fu scattata proprio lì, nel 2010, una foto che ritraeva Buzzi insieme all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno e all’ex presidente di Legacoop, oggi ministro del welfare, Giuliano Poletti.
I volontari. Nel tempo la struttura si è trasformata in un centro di accoglienza straordinaria dei migranti: da cinque mesi è autogestita da un gruppo di volontari che hanno affrontato il transito di 35mila persone e lamentano, davanti a un fenomeno migratorio sempre più consistente, l’assenza delle istituzioni. “Abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere all’amministrazione comunale e al ministero dell’interno una soluzione al problema dei migranti a Roma: dallo sgombero di ponte Mammolo, lo scorso maggio, a oggi non è stata proposta alcuna soluzione alternativa. L’unica altra struttura è quella gestita dalla Croce rossa in via del Frantonio, con soli 55 posti letto”, raccontano dal centro.

Commenti

Post popolari in questo blog

Hilo Glazer : Nelle Prealpi italiane, gli israeliani stanno creando una comunità di espatriati. Iniziative simili non sono così rare

giorno 79: Betlemme cancella le celebrazioni del Natale mentre Israele continua a bombardare Gaza

BDS : A guide to online security for activists

Video:Defamation - di Yoav Shamir Film