EMERGENCY : un danno collaterale è una bambina ferita da un bombardamento Nato


«Madina, 8 anni, sta entrando nel Pronto soccorso dell’ospedale di EMERGENCY a Kabul.
Viene dall’ospedale di Msf aUn danno collaterale è una bambina ferita?  Kunduz, bombardato dalla Nato nella notte tra venerdì e sabato.
Oltre a lei da Kunduz sono arrivati altri 24 pazienti, dopo un viaggio molto lungo: 350 chilometri di strada.
Il nostro ospedale era già strapieno: negli ultimi 3 giorni sono arrivati 60 pazienti, nell’ultimo mese abbiamo avuto più di 300 ricoveri, 1.719 negli ultimi 5 mesi.
Ci stiamo organizzando per ricavare nuovi spazi in ospedale, per ora in lavanderia e nella classe di inglese in vista di nuove emergenze.
Lo staff sta lavorando tantissimo, e per ora non vede la fine o almeno un miglioramento di questa situazione. Speriamo che un inverno nevoso e anticipato possa mettere un freno ai combattimenti».
Luca, coordinatore del Programma Afghanistan, da Kabul

Foto di Victor Blue


 EMERGENCY
Bombardare un ospedale dove si curano i feriti è un atto di violenza inaccettabile. Un ospedale è un luogo di cura che come tale va tutelato e ciò è possibile solo se gli ospedali vengono rispettati da tutte le parti in conflitto, come previsto dalle convenzioni di Ginevra.
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà a Medici Senza Frontiere e condanniamo fermamente l'attacco da parte delle forze Nato all'ospedale a Kunduz, in ‪#‎Afghanistan‬.
Oggi pomeriggio MSF trasferirà alcuni feriti all'ospedale di EMERGENCY a Kabul. Rimaniamo a disposizione di MSF e della popolazione di Kunduz per curare gli altri feriti che potranno essere evacuati dalla città.
Lavoriamo in Afghanistan dal 1999 e siamo molto preoccupati dal costante peggioramento delle condizioni di sicurezza: nel Paese si combatte in 25 province su 34 e il numero dei feriti e delle vittime civili cresce di mese in mese. La violenza e l'instabilità in cui sta precipitando l’Afghanistan rende sempre più difficile garantire l'attività degli operatori umanitari e tutto questo rischia di tradursi in un ulteriore danno a discapito della popolazione afgana.

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