Perché i musulmani dovrebbero leggere l’Enciclica papale


 
 
 
 
Nell'Enciclica "Laudato Si'" Papa Francesco è riuscito a creare un nuovo terreno comune tra i seguaci di tutte le fedi
arabpress.eu



Di Abdullah Hamidaddin. Al-Arabiya (28/06/2015). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.
Devo ringraziare Twitter per molte cose, tra queste l’Enciclica di Papa Francesco: “Laudato Si'” (sulla cura della casa comune). Appena una settimana fa non ero nemmeno a conoscenza della parola ‘enciclica’. È su Twitter che mi ci sono imbattuto, seguendo il Papa e i suoi tweet, che la scorsa settimana hanno riguardato, tra varie questioni sociali, l’ambiente. Da musulmano ho sentito parlare molto dell’Islam come religione sia della vita dopo la morte che di questa vita. E di come ogni aspetto della nostra vita abbia una dimensione religiosa. Questa idea in sé potrebbe portare a risultati diversi, ma quello prevalente nel mondo musulmano è che bisogna implementare la shari’a.
Quindi quando ho iniziato a leggere l’enciclica ho pensato “sembra di sentirsi a casa, ma un diverso tipo di casa”. Sto ancora cercando di cristallizzarne il significato, ma era chiaro che non si trattava di un invito ad applicare le leggi religiose. Qui il Papa stava discutendo questioni che ci riguardano come esseri umani con l’aggiunta di una dimensione spirituale. Stava spiritualizzando la nostra ricerca di soluzioni ai principali problemi che affliggono l’umanità.
Le idee espresse in Laudato Si'” non sono una novità, né un’esclusiva del Papa. Ma la carica spirituale che è stata data loro è fonte d’ispirazione, almeno per me, anche nei casi in cui non ero d’accordo con lui, come ad esempio sul controllo delle nascite. Mi è piaciuto l’approccio, il modo in cui la spiritualità è stata incorporata nella mia vita, senza alcuna menzione della legislazione.
L’Enciclica ha suscitato molte polemiche e dibattiti, e continuerà a farlo nei Paesi e nelle comunità con un’eredità cattolica o cristiana. Ora, la cura per il nostro mondo, la fede nella giustizia sociale, l’empatia con le preoccupazioni dei poveri e degli oppressi, oltre alle conseguenze della tecnologia, non sono questioni facili. Sono complicate e profondamente intrecciate con il potere e gli interessi. Inoltre non sono questioni in attesa di essere riconosciute o sollevate da un’autorità religiosa. Spiritualizzare questi problemi può avere un forte impatto sull’individuazione e l’attuazione di soluzioni.
Noi siamo esseri razionali, possiamo infatti discutere le preoccupazioni dell’umanità facendo un’analisi costi-benefici; ma siamo anche esseri morali e quindi possiamo discutere delle difficoltà altrui e dell’obbligo che coloro che stanno meglio hanno verso i meno privilegiati. Siamo però anche esseri spirituali, o almeno molti di noi lo credono. Ed è qui che l’autorità religiosa è importante, poiché aggiunge una dimensione spirituale alle discussioni sugli esseri umani e il benessere dell’umanità.
Il Papa, a mio avviso, ha parlato come un razionalista, presentando le conclusioni a cui è giunto sulla base del suo pensiero razionale, ma ha parlato anche come un moralista sottolineando gli obblighi che abbiamo verso l’altro e verso la terra su cui viviamo. Inoltre, ha parlato come autorità religiosa insistendo sul fatto che le grandi questioni della nostra vita devono far parte del nostro cammino spirituale. Stava dicendo che aprire i nostri cuori a Dio non riguarda solo dei rituali, ma è una questione di empatia, cura e salvaguardia delle benedizioni che Dio ci ha dato.
Come musulmano trovo la sua dichiarazione estremamente confortante. Non importa se condivide la mia fede. Né mi importa se sono d’accordo con tutte le sue conclusioni. Ciò che conta per me è che il Papa ha creato un nuovo terreno comune, a livello spirituale, tra i seguaci di tutte le fedi.
Tutto questo potrebbe sembrare un sogno ad occhi aperti per molti. La violenza e il terrore affliggono la nostra vita al punto che alcuni di noi sono ora credono che questo sia il nostro destino. Ma ci sono molti altri che rifiutano di arrendersi al terrorismo, che rifiutano un atteggiamento fatalista circa il futuro dell’umanità, che insistono nel voler sperare e celebrare tutti gli sforzi perché tra la gente ci sia pace ed empatia per l’altro. Credo che enciclica del Papa sia uno di questi sforzi che dovrebbe essere celebrato ed abbracciato dalle persone di tutte le forme di credenza, e addirittura anche da chi non crede.
Abdullah Hamidaddin scrive di religione, società mediorientali e politica con particolare attenzione ad Arabia Saudita e Yemen.
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