Violini e bandiere della pace: la marcia di rom e sinti


 
 
 
 
Alcune centinaia sfilano a Bologna: "Basta considerarci dei ladri. Salvini è un razzista". Tra i partecipanti Luigi Manconi e Alessandro
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BOLOGNA - Parte cantando l'inno d'Italia il corteo rom e sinti organizzato oggi a Bologna per la manifestazione nazionale delle due etnie. Con chitarre, trombe, violini e bandiere della pace, sono alcune centinaia le persone che hanno cominciato a sfilare da pochi minuti per le strade della città. In coda al corteo anche qualche decina di esponenti dei centri sociali. Il corteo, che sfila fuori dalle mura del centro cittadino, è organizzato in difesa delle minoranze, per i loro diritti e contro la xenofobia e cade nel giorno dell'anniversario della rivolta nel campo di sterminio di Birkenau.


Il presidente dei sinti: "Non siamo ladri". "Le contro manifestazioni di oggi sono la dimostrazione di politiche razziste. Devono capire che possono venire a dialogare con noi. Siamo stanchi di essere oggetto delle campagne elettorali di Salvini e altri. Siamo stanchi di essere considerati dei ladri e delinquenti, Hitler faceva queste politiche". Così Davide Casadio, presidente dell'associazione sinti italiana, a margine della manifestazione. Prima della partenza del corteo - a ritmo di alcune canzoni suonate dai manifestanti, tra cui l'inno nazionale e Bella ciao - alcuni sinti hanno depositato una corona di fiori nel luogo in cui la Banda della Uno bianca uccise due sinti italiani, nel campo di via Gobetti. "Siamo qui per dire che abbiamo subito come popolo - ha aggiunto Casadio - noi siamo per il dialogo. Salvini è un razzista, perché il razzismo è sentire gli altri meno importanti. Ma noi abbiamo combattuto per la Resistenza e per il Paese. Vogliamo dire che ci siamo anche noi". "Noi siamo d'accordo con la chiusura dei campi - ha spiegato - ma non con le ruspe. Noi non li abbiamo mai voluti i campi, siamo stati costretti da varie politiche".

Manconi: "No a discriminazioni". "Sono qui a nome del presidente del Senato, Pietro Grasso, per portare la nostra solidarietà, quella di un'istituzione parlamentare della nostra Repubblica, affinché si affermi che nessuna minoranza in uno Stato democratico può essere perseguitata e discriminata come rischia di esserlo la minoranza rappresentata da rom e sinti" ha detto il senatore Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani, a margine della manifestazione.

Da Manconi a Bergonzoni: "Rispetto per rom e sinti"


Il corteo è stato aperto dai cartelli con alcuni articoli della Costituzione. Oltre a Manconi, presenti diversi esponenti politici tra cui il senatore Pd Sergio Lo Giudice, il capogruppo Dem in Comune Claudio Mazzanti, i consiglieri comunali di Pd e Sel Leonardo Barcelò e Mirko Pieralisi, il presidente del quartiere Navile, Daniele Ara, e l'assessore al Welfare di Palazzo d'Accursio, Amelia Frascaroli. In corteo anche don Giovanni Nicolini e l'attore Alessandro Bergonzoni.
Violini e bandiere della pace: la marcia di rom e sinti

Da Forza Nuova a Fdi: la destra in piazza. "Se i rom, per come sono trattati dalle nostre istituzioni, manifestano, cosa dovrebbero fare i cittadini italiani di cui nessuno si occupa?". Lo chiede Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, anche lei in città a Bologna per una contro-iniziativa del suo partito nel giorno della manifestazione dei nomadi. "Siamo qui - ha detto la Meloni - per portare avanti una raccolta di firme che stiamo promuovendo a livello nazionale, per affrontare seriamente il problema dei campi nomadi che, secondo noi, vanno chiusi. I nomadi vanno trattati come tutti gli altri cittadini: se sono veramente nomadi vanno allestite delle piazzole temporanee di sosta dove possono stare per alcuni mesi, pagando le utenze. Se sono normali cittadini italiani poveri, si devono mettere in fila per accedere ai servizi sociali come accade per tutte le famiglia italiane". Anche Forza Nuova ha organizzato un presidio, mentre la Lega Nord ha indetto una conferenza stampa.
Da Forza Nuova a Fdi: la destra in piazza. "Se i rom, per come sono trattati dalle nostre istituzioni, manifestano, cosa dovrebbero fare i cittadini italiani di cui nessuno si occupa?". Lo chiede Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, anche lei in città a Bologna per una contro-iniziativa del suo partito nel giorno della manifestazione dei nomadi. "Siamo qui - ha detto la Meloni - per portare avanti una raccolta di firme che stiamo promuovendo a livello nazionale, per affrontare seriamente il problema dei campi nomadi che, secondo noi, vanno chiusi. I nomadi vanno trattati come tutti gli altri cittadini: se sono veramente nomadi vanno allestite delle piazzole temporanee di sosta dove possono stare per alcuni mesi, pagando le utenze. Se sono normali cittadini italiani poveri, si devono mettere in fila per accedere ai servizi sociali come accade per tutte le famiglia italiane". Anche Forza Nuova ha organizzato un presidio, mentre la Lega Nord ha indetto una conferenza stampa.

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