Giorgio Forti : 25 Aprile 2015
Marzo, 2015
Nell’imminenza del 25
Aprile, 70° anniversario della Liberazione dal Nazi-Fascismo, celebriamo
con gioia la fine della tirannia in Italia ed in Europa nel 1945, e con
commosso ricordo celebriamo coloro che hanno combattuto e sofferto e
dato il meglio di sé stessi, anche la vita, per ripristinare in Italia e
nel mondo le condizioni per una vita fraterna e civile. Tra tutti
costoro non distinguiamo per nazionalità: ci è grato ricordarli tutti,
italiani, sovietici, jugoslavi, europei occidentali di tutte le nazioni
compresi i Resistenti tedeschi, americani del Nord e del Sud, donne e
uomini di tutto il mondo.
Con orgoglio ricordiamo che da quella lotta per Libertà, Giustizia ed Uguaglianza è nata la nostra Repubblica Italiana fondata su quei valori, che
sono stati sanciti nella Costituzione repubblicana (purtroppo tuttora
inapplicata in buona parte), una delle più intelligenti ed umane
esistenti. E’ tale proprio perché è stata elaborata dai membri di una
Assemblea Costituente eletta dal popolo italiano, dove erano persone che
rappresentavano modi di pensare e di sentire la vita della società
molto diversi tra loro: tra loro vi erano rappresentanti cattolici di
varie tendenze politiche, socialisti, comunisti, liberali. Diversi nel
pensare la vita della società civile, ma tutti decisi ad organizzare una
società unita da una comune, forte volontà: quella di organizzare un
viver civile libero e accettabile per tutti, nel comune intento di
cercare insieme, nella concordia e nella pace, le soluzioni ai problemi
della convivenza civile. Tutti, dunque, antifascisti: una parola che riassume una serie di valori eticamente e politicamente positivi.
Grazie a questa
volontà comune dei Costituenti, la Costituzione che ne è derivata è
stata accettata anche da molti Italiani che alla Resistenza non avevano
partecipato affatto, per diffidenza o timore, per incomprensione del
nuovo che avanzava e dei suoi modi di avanzare, in tutti i campi: dalla
lotta di Resistenza ai suoi frutti politici. Il passaggio dalla
monarchia alla Repubblica, lo stabilire il primato dei diritti del
lavoro e dei lavoratori, i diritti fondamentali all’istruzione, alla
sanità, alla pace con gli altri popoli come imperativo categorico ( art.
11 della Costituzione)
Per noi, il celebrare
l’anniversario della Liberazione ha questi significati: che sono
incompatibili con l’esaltazione della forza delle armi in costose parate
militari. E sono incompatibili anche con la partecipazione di chi non
accetti i principi sopra ricordati.
Vogliamo far osservare
quindi che della nostra celebrazione non può far parte lo sfilare della
bandiera dello Stato Ebraico, che purtroppo vive in modo incompatibile
con i principi di uguaglianza dei popoli: la sua origine si è
identificata con l’oppressione e la cacciata dalla sua terra del popolo
Palestinese, e tuttora, da quasi settant’anni, vive in inimicizia contro
questo popolo, dopo avergli occupato la terra, averlo perseguitato ed
oppresso nel più crudele ed inumano dei modi, ignorando tutte le leggi e
provvedimenti che regolano la convivenza internazionale, di cui pure
Israele ha sottoscritto i principi.
La bandiera con la
Stella di Davide rappresenta il Paese che di continuo ha aggredito ed
oppresso il popolo palestinese, e solo pochi mesi orsono ha provocato
oltre 2200 morti, per la maggior parte civili, comprese alcune centinaia
i bambini: quella bandiera non può sfilare insieme alle bandiere della
Liberazione. Chi invece lo vorrebbe va dicendo che la bandiera di
Israele è la bandiera della Brigata Ebraica, che avrebbe partecipato
alla guerra di liberazione in Italia: si tratta di una pretesa non
dimostrabile da alcun punto di vista, anche se noi onoriamo i volontari
Ebrei allora residenti in Palestina che, incorporati nell’esercito
britannico, hanno partecipato alla campagna d’Italia contro l’esercito
nazista, pur senza aver alcun rapporto con le forze della Resistenza
italiana. I partigiani appartenenti a famiglie ebraiche che hanno
combattuto nella Resistenza italiana sono onorati come tutti
gli altri combattenti italiani della Resistenza: nè loro avrebbero
accettato di essere considerati diversi, per l’essere ebrei, dagli altri
Resistenti. Avendoli conosciuti, attraverso i loro scritti ed alcuni di
persona, pensiamo che si ribellerebbero all’essere separati dai loro
compagni di lotta antifascista .
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