Morto adolescente palestinese ferito da israeliani

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 Il ragazzo era stato colpito da un proiettile al petto durante gli scontri di una settimana fa con le forze israeliane entrate nel campo profughi palestinese di Jalazon. www.imemc.org Ramallah, 26 marzo 2015, Nena News –


E’ spirato dopo giorni di agonia Ali Safi, il 17enne palestinese ferito dal fuoco dei soldati israeliani durante un raid il 18 marzo nel campo profughi di Jalazon, nei pressi di Ramallah, avviato per mettere fine alle proteste degli abitanti per la costruzione di un ampio muro tra Jalazon e la colonia ebraica di Bet El. Altri nove palestinesi erano rimasti feriti. L’agenzia di stampa palestinese Ma’an ha riferito che un proiettile calibro 22 sparato dai militari aveva colpito il ragazzo in pieno petto uscendo poi dal corpo attraverso la schiena. Safi da allora è rimasto in stato di coma profondo fino alle cessazione di tutte le attività vitali avvenuta ieri.

 Un recente rapporto di Defence for Children International (DCI) Palestina, dall’inizio del 2015 almeno 30 bambini palestinesi in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, hanno subito ferite da arma da fuoco dopo che le forze israeliane hanno usato munizioni ordinarie, vere, per sedare le proteste palestinesi. Il 6 marzo – riferisce il rapporto di DCI – le forze israeliane hanno colpito Moaaz Mahmoud Ramahy, 15, ancora nel campo profughi di Jalazun. Il rapporto medico ottenuto dalla ong afferma che il proiettile ha provocato una grave emorragia interna, rotto due costole, e danneggiato il polmone destro di Ramahy.

Negli stessi scontri i soldati israeliani avevano ferito Mohammad Humidat, 16, sempre con proiettili veri. Le regole di ingaggio dell’esercito israeliano ufficialmente consentono l’uso di munizioni ordinarie solo quando la vita dei soldati israeliani sono minacciati gravemente, DCI sostiene però di non aver trovato alcuna prova che i bambini feriti nel 2015 avessero in qualche modo minacciato le truppe o i coloni israeliani

 Un uso sproporzionato della forza contro i palestinesi è stato denunciato lunedì durante la sessione speciale del Consiglio dei Diritti umani dell’Onu, a Ginevra, boicottata da Israele. L’anno scorso undici ragazzi sono stati uccisi dal fuoco degli israeliani che utilizzano proiettili veri per disperdere le manifestazioni dei palestinesi, ma soltanto in un caso è stata aperta un’indagine e c’è stato un rinvio a giudizio. Di solito i responsabili restano impuniti.

Le corti militari israeliane raramente perseguono membri delle Forze armate: dal 2002 al 2012 ci sono state 117 incriminazioni su 2.207 casi di ferimenti di minorenni palestinesi con armi da fuoco. Si tratta più o meno del 5 per cento dei casi, fa notare il gruppo israeliano per i diritti umani Yesh-Din. Nena News

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