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Marocco: Casablanca decide restauro delle sue sinagoghe



L'interno del Tempio Beth El, sinagoga di Casablanca, Marocco L'interno del Tempio Beth El, sinagoga di Casablanca, Marocco
(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA - Con l'annuncio che la municipalità di Casablanca avvierà a breve le procedure amministrative per il bando di concorso relativo al restauro di parte della sua preziosa medina e, con essa, delle sue ventidue sinagoghe, dal Marocco giunge l'ennesimo significativo segnale per il confronto nel dialogo e per la convivenza pacifica tra religioni diverse.

Il Marocco ospita da secoli una consistente comunità israelita, che nel tempo ha espresso personalità in ogni campo, senza che la loro estrazione religiosa fosse un ostacolo.

Il Regno, quindi, ha una lunghissima tradizione di tolleranza, consolidata con fermezza anche quando in Paesi non lontani i sentimenti anti-israeliani si sono tradotti in atti di violenza insensata. Come l'attentato dinamitardo dell'aprile del 2002 contro la sinagoga di Djerba, in Tunisia, prima conferma della penetrazione della jihad e di al Qaida negli allora apparentemente tranquilli Paesi del Nord Africa.

A questa logica il Marocco - grazie ad Hassan II ed al figlio Mohammed VI - è sempre riuscito a sfuggire, come testimoniano i numerosi luoghi di culto israelitici, protetti ed anzi curati perché il Regno, che ha anche pagato un pesante tributo al terrorismo di matrice islamista, non vuole che si manifestino tensioni legate alla religione. A conferma di ciò basta solo ricordare che ogni anno, un mese dopo la celebrazione della Pasqua ebraica, in totale sicurezza migliaia di ebrei (che arrivano non solo da Israele, ma anche da Paesi europei e da Stati Uniti e Canada), per celebrare la Hiloula, partecipano al pellegrinaggio ad Asjen, ad una decina di chilometri da Ouezzane, per visitare la tomba del rabbino Amram Ben Diwan e la sinagoga che a lui è stata dedicata. E lo stesso accade a Moualine, con il pellegrinaggio annuale al mausoleo di rabbi Abraham Aouriouer, la cui figura è ancora oggi rispettata anche dai non ebrei, tanto che alla celebrazione del rito in suo ricordo partecipano le massime autorità civili e politiche della regione. Forti segnali che il Marocco vuole rendere ancora più visibili con iniziative che altrove farebbero clamore, ma che nel Regno sono semplicemente la continuazione di una ultradecennale lungimirante politica di tolleranza.

A Casablanca, come riferisce La Vie Economique, è stato lanciato un appalto per interventi nel perimetro della Medina e, in essa, anche quelli relativi al restauro della sinagoga Ettedgui, compresi il suo giardino ed i luoghi circostanti.

Di questi lavori beneficeranno anche molti altri luoghi di culto israeliti, tra i quali le sinagoghe Benarrosh, Beth Elohim e David Hamelekh, da sempre meta, oltre che di fedeli, anche di turisti interessati alla storia ed all'arte.(ANSAmed).
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