Amira Hass : il Comitato Centrale dell’OLP ha deciso di sospendere il coordinamento in materia di sicurezza con Israele.





Amira Hass – Haaretz (traduzione di Amedeo Rossi) Ramallah, 11 marzo 2015, Nena News –


Giovedì notte (della scorsa settimana, ndt), il Comitato Centrale dell’OLP ha deciso di sospendere il coordinamento in materia di sicurezza con Israele. Comunque non si prevede che il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen), come massima carica del Comitato Esecutivo dell’OLP, metterà in pratica questa decisione molto presto. Dopo due giorni di discussione, il comitato ha optato per una sospensione del coordinamento in materia di sicurezza a causa di quello che ha definito “il sistematico e continuo mancato rispetto da parte di Israele dei suoi obblighi in base agli accordi firmati, comprese le sue incursioni quotidiane all’interno dello Stato palestinese.” Tuttavia, invece di mettere subito in pratica la decisione, si pensa che Abbas cercherà di utilizzare la minaccia di metterla in pratica per spingere gli Stati Uniti e l’Unione Europea a esercitare pressioni su Israele per bloccare la costruzione nelle colonie e rilasciare prigionieri palestinesi come condizione per riprendere i negoziati diplomatici. Nel suo discorso al comitato di mercoledì, Abbas ha detto esplicitamente di essere intenzionato a riprendere i negoziati se queste due condizioni verranno soddisfatte. La decisione del comitato di sospendere il coordinamento in materia di sicurezza indica che i suoi membri vogliono fare in modo che l’OLP, e loro stessi, conservino un ruolo importante presso l’opinione pubblica palestinese prendendo posizioni aggressive in risposta a quello che considerano il rifiuto della pace da parte di Israele. Giovedì il comitato ha anche deciso di “boicottare tutti i prodotti israeliani e non solo quelli che provengono dalle colonie israeliane”, perché “Israele deve pagare il prezzo del rifiuto di prendersi le sue responsabilità in base alle leggi internazionali.” Ma gli economisti dell’ANP sanno che il boicottaggio non colpisce realmente l’economia israeliana; il suo significato è eminentemente simbolico. (foto BADER/AFP/Getty Images) (foto BADER/AFP/Getty Images) Il comitato sostituisce il più ampio Comitato Nazionale Palestinese, un organo che riunisce tutte le fazioni palestinesi che non si è riunito da anni a causa delle sue dimensioni e delle circostanze geopolitiche. Il Comitato Legislativo dell’ANP si è riunito più spesso negli ultimi anni. Ma anche se vari punti di vista si esprimono nel comitato, le vere decisioni rimangono nelle mani di Abbas. Benché alcune decisioni del comitato, come il boicottaggio e la sospensione del coordinamento in materia di sicurezza siano teoricamente attuabili, non è chiaro come saranno effettivamente messe in pratica. E altre decisioni sono puramente verbali, come quella che stabilisce che “Israele, la potenza occupante in Palestina, deve prendersi tutte le responsabilità in base agli obblighi stabiliti dalle leggi internazionali.” Un’altra risoluzione sottolinea la necessità di “rafforzare” la riconciliazione tra i due partiti rivali, Fatah e Hamas, per accelerare la ricostruzione della Striscia di Gaza in seguito alla guerra della scorsa estate tra Hamas e Israele, mentre un’altra ancora chiede la convocazione delle elezioni presidenziali e parlamentari “il più presto possibile.” Infine il comitato ha deciso che “l’Autorità Nazionale Palestinese è il risultato della lotta nazionale del popolo palestinese per passare dall’occupazione all’indipendenza. Le sue istituzioni devono essere conservate e non devono essere dissolte.” Questa risoluzione è una risposta a quei palestinesi che vedono l’ANP come una forma di tradimento e ne chiedono lo scioglimento. Nel suo discorso di mercoledì, Abbas ha deriso quelli che definiscono gli accordi di Oslo come un tradimento, sostenendo che l’ANP, le sue varie istituzioni e persino il governo di Hamas a Gaza derivano da quegli accordi.

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