Come rispondere al terrorismo . L'insegnamento viene dall'Australia
Sydney, 17 dicembre 2014
L’Australia ha mostrato al mondo intero come si risponde al terrorismo internazionale, con un hashtag per l’occasione #Illridewithyou
Ancora scossi dal sequestro di lunedì scorso in un locale di Martin Place, nel centro finanziario di Sydney, che ha visto per ore diciassette persone ostaggio del sequestratore islamico iraniano Man Haron Monis e in seguito il blitz delle teste di cuoio che ha posto fine al terrore, l’Australia sta mostrando al mondo che una lotta razzista e intollerante non fa che peggiorare le cose.
Il sequestratore, cinquantenne arrivato in Australia nel 1996 come rifugiato politico, era già noto alle forze dell’ordine per aver promosso una campagna d’odio contro i soldati australiani impegnati in Afghanistan, e nella giornata di lunedì ha appeso alla finestra del bar-cioccolateria una bandiera islamica, provocando la reazione e preoccupazione di molti musulmani australiani.
Situazione d’odio che si sarebbe potuta aggravare, fino a sfociare in una probabile guerra civile, se non fosse stato per un semplice atto di solidarietà.
Ancora scossi dal sequestro di lunedì scorso in un locale di Martin Place, nel centro finanziario di Sydney, che ha visto per ore diciassette persone ostaggio del sequestratore islamico iraniano Man Haron Monis e in seguito il blitz delle teste di cuoio che ha posto fine al terrore, l’Australia sta mostrando al mondo che una lotta razzista e intollerante non fa che peggiorare le cose.
Il sequestratore, cinquantenne arrivato in Australia nel 1996 come rifugiato politico, era già noto alle forze dell’ordine per aver promosso una campagna d’odio contro i soldati australiani impegnati in Afghanistan, e nella giornata di lunedì ha appeso alla finestra del bar-cioccolateria una bandiera islamica, provocando la reazione e preoccupazione di molti musulmani australiani.
Situazione d’odio che si sarebbe potuta aggravare, fino a sfociare in una probabile guerra civile, se non fosse stato per un semplice atto di solidarietà.
Gli australiani hanno infatti preferito unirsi su Twitter con #IllRideWithYou,
un hashtag creato per mostrare la loro solidarietà con i connazionali
musulmani. Un atto di compassione che nel giro di poche ore è diventato
virale. Ecco come è nato: Sempre lunedì, mentre la cronaca mondiale si
preoccupava del sequestro, una giovane ragazza australiana si è offerta
di scortare una donna velate per evitarle aggressioni al grido
di “Viaggerò con te” – traduzione dall’inglese -. Un semplice tweet che
è diventato di ispirazione per persone di tutto il mondo e che
accompagna la speranza di fermare le ritorsioni, l’odio e
l’intolleranza, rivendicate quotidianamente dal neonato IS, come la più
recente: “Preparatevi ad altri attacchi“
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