Circolare alle Associazioni Islamiche UCOII
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Cari fratelli e sorelle responsabili delle associazioni islamiche
Allah altissimo dice nel Suo Libro generoso “vi abbiamo
inviato un Messaggero della vostra gente…” queste parole ci fanno capire
quanto sia importante che la Parola di Allah e l’insegnamento dei
profeti (pace su tutti loro) sia compreso dalle genti e in particolare
da tutti i credenti.
La recitazione rituale del Corano in arabo, durante la
preghiera è elemento fondante e sacrale dell’adorazione di Allah,
immutabile e insostituibile.
Tuttavia, i sapienti hanno autorizzato, da molti secoli,
la traduzione dei significati del Libro di Allah, in maniera che anche
le persone non arabe ne potessero comprenderne il senso e ricavarne
monito e guida in questa vita, seguire i suoi insegnamenti e sperare nel
compenso senza fine, nel Jennah.
Oggi la nostra comunità in Italia è sempre più variegata, oltre ai fratelli e le sorelle arabofoni, molti altri credenti musulmani vivono nel nostro Paese e frequentano le moschee.
Questi musulmani, italiani, bangladeshi, pakistani,
albanesi, macedoni, turchi e molti africani, nella loro grande
maggioranza non comprendono l’arabo e presenziano alla preghiera del
venerdì per pura obbedienza ma senza trarre dal sermone gli insegnamenti necessari al rafforzamento della conoscenza in merito alla loro, nostra, religione.
Per questa ragione v’invitiamo tutti, anche se molte
associazioni già lo fanno da anni, a tradurre la khutba in italiano e
pronunciarla anche in questa lingua comune a tutti.
Inoltre questa pratica, lecita, necessaria e virtuosa,
avrà anche l’indubbio vantaggio di eliminare ingiusti sospetti in merito
al contenuto del sermone che noi ben sappiamo essere sempre rivolto
all’insegnamento del bene e della giustizia.
18 gennaio 2015
La direzione nazionale UCOII
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