Filippo Landi :GERUSALEMME/ Il fallimento della Destra e quel documento che "accusa" l'Italia
Nella tragedia che colpisce la gente di
Gerusalemme, sentire attribuire le violenze di oggi al leader di Fatah
in carcere dal 2002, Marwan Bargouthi, appare ridicolo. Un leader ancor
oggi popolare, ma nessun appello alla resistenza contro gli israeliani,
nessun appello ad una terza Intifada, potrebbe smuovere qualcosa che
non sia già precario.
Dieci anni fa si impediva, il venerdì, agli
uomini musulmani con meno di 35 anni di salire alla Spianata delle
Moschee. In questi ultimi due anni il limite è divenuto di 50 anni ed ha
riguardato, nelle ultime settimane, anche le donne. La polizia
israeliana ripete che è una misura preventiva per allontanare dalla
Spianata delle Moschee e dal sottostante Muro del Pianto persone
potenzialmente, per l'età, più disponibili a scontrarsi con la polizia.
Un'affermazione che dimostra, drammaticamente, il fallimento nell'ultimo
decennio di un controllo della situazione a Gerusalemme solo sul piano
"poliziesco".
Come accade spesso, per militari e
poliziotti scaraventati in prima linea, adesso sono proprio "fonti della
polizia israeliana" a raccontare ai giornalisti (affinché i politici
israeliani intendano) che la situazione a Gerusalemme non si può
risolvere con l'uso della polizia.
Una conferma che la situazione sia oltre il
limite di rottura la si ricava dalle parole del ministro degli Esteri
israeliano Avigdor Lieberman, da sempre un "falco", che in questi giorni
ha definito "stupidi" i deputati della Knesset che si affollano a
passeggiare sulla Spianata delle Moschee- Monte del Tempio, obbligando
la polizia a proteggerli con grande dispiegamento di forze.
Passeggiate-preghiere che vengono giornalmente ripetute da gruppi di
ebrei dell'estrema destra. L'obiettivo "buono" è chiedere libertà di
preghiera per gli ebrei sulla Spianata delle Moschee-Monte del Tempio.
Il risultato "cattivo" è esasperare la comunità palestinese e musulmana
di Gerusalemme, che ha nei gruppi della destra israeliana e nella
polizia gli unici interlocutori. Il governo Netanyahu per molti mesi ha
taciuto su questo evidente tentativo di cambiare anche lo status quo
della città vecchia di Gerusalemme. Per poi affermare, quando le
proteste palestinesi sono scoppiate, che non è suo obiettivo cambiare
gli attuali assetti.
La storia di Gerusalemme, comunque, è ricca
anche di altri capitoli. Ad esempio, gli sfratti di centinaia di
abitanti palestinesi dall'area di Silwan, a ridosso della zona
archeologica ebraica, in espansione, della città di Davide, sotto le
mura che delimitano la Spianata delle Moschee. Anche di questo si è
parlato nei tanti rapporti dei Consoli generali europei, presenti a
Gerusalemme.
C'è poi l'espansione dei quartieri e degli
insediamenti ebraici. Ormai siamo vicini a 250mila coloni ebrei
all'interno della Gerusalemme araba, su una popolazione complessiva di
tutta la città di 800mila persone.
C'è inoltre un clima umano, ulteriormente
impaurito ed incattivito. Molti genitori palestinesi ora vietano ai
propri figli adolescenti di percorrere molte strade della città, dopo il
rapimento e l'uccisione questa estate del ragazzo palestinese di 16
anni il cui corpo fu bruciato da una gang di giovanissimi ebre
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