«Museo e uscita dall'Ucei». Per la Comunità ebraica stasera il Consiglio decisivo

Memoria e polemiche
«Museo e uscita dall'Ucei». Per la Comunità ebraica stasera il Consiglio decisivo

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«Museo e uscita dall'Ucei». Per la Comunità ebraica stasera il Consiglio decisivo
«Avvio della procedura per l'uscita della Comunità ebraica romana dall'Unione delle comunità ebraiche italiane; uscita della comunità ebraica dal consiglio d'amministrazione del Museo della Shoah». Sono i due punti choc all'ordine del giorno del Consiglio della comunità ebraica romana, che si riunirà questa sera. Le polemiche - non solo sotterranee - non sono mancate: così quella di oggi s'annuncia come una discussione lunga e sfibrante: all'ordine del giorno anche il bilancio della Comunità e la gestione dell'ospedale. Intanto, appare chiara la scelta della lista «Hazak», pur se in minoranza rispetto alla «Per Israele» del presidente Riccardo Pacifici: «Si tratta di argomenti decisivi per il futuro dell'ebraismo in Italia», dicono alcuni consiglieri. E, in riunioni e lettere e appelli, invitano a considerare che «la prospettiva dell'uscita dall'Ucei mette a repentaglio l'unità dell'ebraismo». Una scelta che sarebbe in ogni caso «impraticabile» anche perché fuori dall'Ucei «non ci sarebbero le tutele garantite dall'intesa (con lo Stato italiano) anche per gli iscritti».
Oltre al Consiglio della comunità ebraica di questa sera, nei prossimi giorni, per la precisione mercoledì, ecco la riunione decisiva del cda della Fondazione Museo della Shoah: secondo indiscrezioni in quell'occasione Riccardo Pacifici dovrebbe confermare le sue dimissioni, anticipate con una lettera al sindaco Ignazio Marino. L'uscita della Comunità dal Cda della Fondazione - argomento del Consiglio di questa sera - arriva al termine di altre polemiche, terminate con la scelta del Campidoglio di destinare la Casina dei Vallati alla sede temporanea del Museo e di procedere con l'apertura delle buste per il progetto di Villa Torlonia, sede definitiva. Secondo i consiglieri di minoranza ostacolare questa soluzione, e quindi uscire dal Cda della Fondazione, sarebbe «inaccettabile, perché vanificherebbe il faticoso lavoro collettivo e ormai decennale, mettendo forse fine alle speranze di avere il Museo della Shaoh a Roma». Bocciano anche questa come «proposta irresponsabile». Al. Cap.
*** Pubblicato su Il Corriere della Sera, 12 ottobre 2014

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