Gran Bretagna, ok alla mozione che riconosce la Palestina



  Sintesi personale
Centinaia di personalità israeliane ( accademici, ex ministri e vincitori del Premio Israel)    hanno firmato una lettera pubblica invitando i parlamentari britannici a sostenere il riconoscimento dello Stato palestinese 
Tra i  firmatari ci sono :  il premio Nobel Prof. Daniel Kahneman, ex ministro del Meretz Ran Cohen e Yossi Sarid, quattro ex Parlamentari (tra cui Natomi Chazan, l'ex capo del New Israel Fund), sei vincitori del Premio Israel  e l'ex procuratore generale Michael Ben Yair.
Nella lettera si legge:
Noi,  israeliani che ci preoccupiano per il benessere dello Stato di Israele, crediamo che l'esistenza  e la sicurezza di Israele dipendano dalla esistenza  e dalla sicurezza di uno Stato palestinese. Per questo motivo i   sottoscritti invitano il Parlamento del Regno Unito a  votare a favore della mozione  che sarà discussa  Lunedi 13 ottobre 2014  per chiedere al governo britannico di riconoscere lo Stato di Palestina accanto allo Stato di Israele.
Questa scelta ha determinato  una polemica all'interno del partito laburista britannico . Il  presidente del partito laburista israeliano, MK Hilik bar , ha chiesto  ai parlamentari britannici  di opporsi alla mozione.. Ciò ha determinato  la critica  dei membri del partito Meretz .
"Il partito laburista  si sta movendo come un altro ufficio estero  in appoggio al governo di Netanyahu ", ha detto il leader del partito Meretz Zehava Gal-On.



Some 300 ex-diplomats, former ministers and activists sign letter supporting Labour lawmaker's non-binding motion to be voted on today
timesofisrael.com
Il premier britannico, David Cameron.




La Camera dei Comuni britannica ha approvato una mozione che chiede il riconoscimento della Palestina come Stato.
È quanto ha riportato la Bbc. I voti a favore sono stati 274, quelli contrari 12.
Si è trattato di un voto simbolico, ma storico.
Nel documento si chiede al governo di «riconoscere lo Stato palestinese insieme a quello di Israele» come parte di un «contributo per assicurare una soluzione negoziata dei due Stati».
E anche se l'esecutivo non è vincolato in alcun modo ci potrebbero essere conseguenze a livello internazionale.
Il sottosegretario per il Medio Oriente, Tobias Ellwood, ha dichiarato che uno Stato palestinese potrebbe essere riconosciuto solo al momento opportuno.
DIBATTITO LUNGO DIVERSE ORE. Nel corso del dibattito andato avanti per ore si è cercato di rivedere il più possibile la versione iniziale della mozione proposta dal deputato laburista Graham Morris, sottolineando come la soluzione dei due Stati sia quella da seguire per risolvere il conflitto israeliano-palestinese.
La questione ha messo in subbuglio la politica britannica. Il premier David Cameron e i suoi ministri hanno scelto la via dell'astensione per evitare ogni polemica.
Un portavoce del vice premier e leader libdem Nick Clegg ha affermato che c'erano le ragioni per arrivare a un riconoscimento della Palestina.
Inoltre ha espresso sostegno per l'emendamento alla mozione definita come «un contributo per assicurare una soluzione negoziata» del conflitto in Medio Oriente.
ISRAELE AVEVA CRITICATO LA SVEZIA. Questo per scongiurare le possibili proteste di Israele che già aveva criticato la Svezia, primo grande Paese occidentale dell'Ue a rompere gli indugi e a muoversi in modo unilaterale riconoscendo la Palestina.
Non mancavano i contrasti invece fra i laburisti che hanno proposto il documento. Il leader Ed Miliband aveva dato il suo sostegno ricevendo però diverse critiche.
A partire dal Board of Deputies, l'organizzazione ebraica più importante del Paese, che aveva definito l'iniziativa come minaccia alla ripresa dei negoziati di pace.
Mentre un gruppo di deputati filo israeliani è entrato in aperto dissenso con Miliband.
300 ISRAELIANI ERANO A FAVORE. Intanto oltre 300 israeliani avevano sottoscritto una lettera inviata ai parlamentari britannici nella quale si chiedeva loro di votare a favore del riconoscimento.
«Noi sottoscritti israeliani, che hanno a cuore il benessere di Israele, crediamo», è scritto nella missiva, «che l'esistenza e la sicurezza di Israele dipenda dall'esistenza e dalla sicurezza di uno Stato palestinese». Tra gli oltre 300 ci sono uomini politici, rappresentanti della società civile, attivisti, scienziati e artisti di centrosinistra.

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