Palestina. Le "cicatrici" di un rapper




Si chiama "Scars of Gaza" ed è l'ultimo video di Raffoul, uscito ad agosto, proprio durante i recenti bombardamenti.


Uno squarcio a parole nella follia che ormai da decenni ha preso il sopravvento nella sua terra, e un invito a non stare zitti di fronte alle atrocità di cui il popolo palestinese è testimone ogni giorno, e non solo durante gli ultimi brutali attacchi di quest'estate.
Questa è sempre stata la peculiarità di questo rapper, i cui testi rappresentano un viaggio nella sofferenza di una vita sotto l'apartheid israeliana, sofferenza vissuta in prima persona e le cui cicatrici vengono fuori nella sua arte.
"Possiamo rimanere in silenzio mentre il genocidio continua – recita l'attivista Dahlia S. Wasfi nell'introduzione al video - Oppure possiamo alzare le nostre voci per le vittime che sono state messe a tacere, e per coloro che lottano per sopravvivere".
Raffoul se la prende anche con i media, soprattutto occidentali, che spesso si girano dall'altra parte di fronte a questi orrori lontani da casa propria.
Mamma, Gaza viene bombardata ma nessuno lo dice
Inizio ad essere spaventato ora, ma nessuno se ne accorge,
Oggi ho visto il cervello di mio cugino che veniva aperto in due
Riempiono di terrore i miei giorni, ma dicono che sono io il terrorista;
Come posso essere un terrorista, lo sai che cos'è il terrore? 
Perché per tutta la mia vita sono stato terrorizzato quindi non posso essere terrorista; 
Intrappolato dietro le barriere, la vita fa sempre più paura,
E questi coloni celebrano ogni lancio di bombe che ci seppellisce...
Le sue rime sono fluide, in inglese e in arabo, in un racconto di violenze subite che non risparmia i dettagli più crudi:
Abituato alla morte, preoccupato di esserlo ai corpi, 
Obliqui e distorti, a volte vorrei essere stato abortito, 
Strappato dal grembo di mia madre, so che sono malato e morboso, 
Ma loro cannibalizzano, animalizzano e bruciano i nostri organi, 
(…)
Quando ero giovane sentivo il suono dei razzi e mi nascondevo, 
La mia mamma mi diceva sempre che si trattava di festeggiamenti, 
Così ho iniziato a festeggiare ogni volta che sentivo quel suono, 
Fino a che quel razzo non ha colpito la terra, esplosa tutta intorno.
Mamma sto bruciando, sto bruciando, portarmi fuori casa, 
Ma la mamma era occupata a soffocare, con le viscere che le uscivano dalla bocca.
(…)
Il suo messaggio, però, non lascia spazio alla rassegnazione. Raffoul chiede alla sua gente di non arrendersi nonostante tutto, di restare uniti e di non rinunciare all'amore.
Una rivoluzione, lui sente le grida dal cielo, che urlano:
Devi radunare le persone insieme, combattere l'oppressione, 
Devi guidarle, ora, la tua gente ne ha bisogno.
Lotta, non inchinarti mai, fino all'ultimo respiro dell'ultima madre,
Rifiuta l'assedio, inala l'odore delle macerie,
Proteggi gli ulivi, le cellule stanno sanguinando
Ma non temere, siamo uniti attraverso il sangue, il sudore, le lacrime, 
L'amore mi ha tenuto qui, in tutti questi anni travagliati.

Per leggere l'approfondimento su raffoul clicca qui.


Domenica, Settembre 14, 2014 - 12:00
di: 
Anna Toro
Area Geografica: 
S

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