Gaza :DISTRUTTA CENTRALE ELETTRICA, “UN POPOLO A TERRA”

 
E’ fuori uso la principale centrale elettrica al centro della Striscia di Gaza, andata in fumo dopo gli intensi bombardamenti della notte scorsa, con gravi conseguenze per la sopravvivenza stessa della popolazione. A darne conferma alla MISNA è una cooperante italiana raggiunta telefonicamente nella Striscia di Gaza.
“La notte scorsa è stata la peggiore dall’inizio dell’offensiva. Tutto il territorio è stato bombardato contemporaneamente dal nord al sud con F16, droni, missili della marina e carri armati. Fino a poche ore fa Gaza stava bruciando e innumerevoli infrastrutture sono state rase al suolo” prosegue la cooperante, presente da 12 anni nella Striscia di Gaza.
Tra queste appunto c’è la centrale che riforniva il 70% dell’energia elettrica a tutto il territorio. Dall’inizio dell’offensiva israeliana è già stata colpita due volte, ma nulla di paragonabile ai danni subiti la notte scorsa. “Ha preso fuoco e i tecnici non sono stati in grado di spegnere il rogo. Da quello che sappiamo ci vorrà un anno prima che la centrale possa tornare a funzionare. Va totalmente ricostruita” riferisce l’interlocutrice della MISNA. Di fatto sono destinate a rimanere al buio ampie zone della Striscia, mentre altre aree vengono alimentate dalla centrale settentrionale. “I gruppi elettrogeni che forniscono energia vanno a gasolio che sta già scarseggiando. Senza corrente gli ospedali non potranno più lavorare a pieno regime e le pompe ad acqua si bloccheranno. Ci prepariamo a disagi e disastri a catena” deplora la cooperante italiana.
A questo punto, conclude l’interlocutrice della MISNA, “con più di 1190 morti e 7000 feriti in 22 giorni, 210.000 sfollati, 10.000 case distrutte e interi quartieri cancellati siamo ai livelli di Piombo Fuso. Gaza deve fare i conti non solo con la distruzione materiale ma con la sofferenza e l’umiliazione totale del suo popolo”.
Salvi per miracolo dai bombardamenti notturni i 29 bambini disabili ospitati nella casa delle Suore del Verbo Incarnato, adiacente alla chiesa cattolica della Sacra Famiglia. “Per fortuna i piccoli e le suore si erano rifugiate nella parrocchia. Le bombe hanno distrutto l’istituto dove vivevano e anche la mia casa” ha detto padre Jorge Hernandez all’Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali (Unitalsi), aggiungendo che “la chiesa è ancora in piedi, ma fuori è un inferno”.
Intanto sul versante diplomatico proseguono i diversi tentativi internazionali di arrivare a una tregua tra le parti. I principali gruppi palestinesi – tra cui Hamas e Jihad islamica – si sono detti “pronti a una tregua umanitaria di 24 ore”. Lo ha annunciato Yasser Abed Rabbo, segretario generale dell’Organizzazione di liberazione della Palestina (Olp).


NOTTE DI RAID ISRAELIANI, SARÀ “UNA LUNGA CAMPAGNA”

Israele deve prepararsi a “una lunga campagna” ha detto ieri sera il premier Benjamin Netanyahu facendo ulteriormente allontanare le già deboli speranze di una tregua e precedendo con il suo intervento la notte di attacchi più intensa per la Striscia di Gaza dall’inizio dell’operazione Protective Edge l’8 luglio. “Continueremo ad agire con la forza fino a quando la nostra missione non sarà compiuta” ha aggiunto Netanyahu. Centocinquanta “obiettivi” sono stati colpiti nelle ultime ore, inclusa l’abitazione del capo politico di Hamas Ismail Haniyeh, che la famiglia aveva già evacuato.
Sono invece stati uccisi nel corso della notte altri 26 palestinesi, inclusi sette membri di una famiglia la cui casa è stata bombardata a Rafah: in totale, il bilancio delle vittime palestinesi, secondo il ministero della Salute di Gaza, è ora di 1088 morti, fra cui 251 bambini, e 6470 feriti. Un computo che include anche gli otto bambini uccisi nel pomeriggio di ieri in un parco pubblico nel campo profughi di Shati dove le famiglie celebravano il primo giorno dell’Eid al-Fitr, la fine del mese sacro del Ramadan. Sull’episodio, l’agenzia palestinese Maan scrive oggi che “sebbene Israele abbia attribuito le vittime a un razzo inesploso della Jihad Islamica, la polizia di Gaza che ha ispezionato le macerie e i corpi, oltre ad alcuni testimoni oculari, hanno confermato che il colpo è stato israeliano”.
L’esercito israeliano ha annunciato intanto stamane l’uccisione di cinque soldati in combattimenti contro un gruppo di combattenti palestinesi penetrati in Israele attraverso un tunnel vicino al kibbutz di Nahal Oz; in totale, si contano finora 53 morti israeliani fra i militari e tre fra i civili.
Nel frattempo, riferisce sempre Maan, via sms e telefono Israele ha ordinato ad almeno 400.000 palestinesi del nord della Striscia di abbandonare le loro case, seminando il terrore. Tutti i confini di Gaza restano chiusi.

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