Abuna Mario : STOP BOMBING GAZA…

stay human stop bombing gaza
Non volevo scrivere nulla…ero anche riuscito a “rimanere fuori” emotivamente da questo nuova esplosione di violenza grazie ai due pellegrinaggi che ho dovuto accompagnare e al fatto che a Betlemme e Gerusalemme non c’è nessun tipo di problema, ma i seminaristi sono ripartiti e la giornata di ieri mi ha riscaraventato dentro questo incubo senza fine.
Prima la storia di Ahed, Zakaria, Mohamed e Ismail, i quattro bambini bombardati sulla spiaggia mentre giocavano a pallone e poi nel pomeriggio i tre missili che hanno distrutto la casa davanti alla parrocchia di Gaza hanno riportato prepotentemente nel mio cuore e nella mia mente la paura (per i tuoi amici), il dolore e la sofferenza.
Hanno tentato di rientrare nel mio cuore anche la rabbia e lo scoraggiamento ma ieri sera con le suore siamo riusciti a resistere ed a tenerli fuori grazie alla condivisione dell’Eucaristia! Quanto è importante la preghiera in queste situazioni e come ci dice Papa Francesco : “…la preghiera ci aiuta a non lasciarci vincere dal male né rassegnarci a che la violenza e l’odio prendano il sopravvento sul dialogo e la riconciliazione!” Non è facile però non provare sentimenti di rabbia e di frustrazione per quello che sta succedendo e non è facile non lasciarsi vincere dal male ma ci dobbiamo provare e lo Spirito Santo ci aiuterà!
La visita di Papa Francesco aveva smosso di nuovo lo status quo di un conflitto coltivato da anni e gestito senza volontà di risolverlo. Per questo eravamo quasi certi che qualcosa sarebbe successo come purtroppo accade ogni volta che Israele si trova con le spalle al muro. Ed ecco l’escalation : i primi bombardamenti a Gaza testimoniati dai nostri preti e dalle nostre suore subito dopo la visita del Papa, poi l’uccisione dei tre ragazzi israeliani: Eyal, Gilad e Naftali, a seguire l’uccisione del ragazzo palestinese Mohammed, bruciato vivo a Gerusalemme, poi di nuovo scontri nei quartieri arabi di Gerusalemme, altri scontri presso la Tomba di Rachele a Betlemme e per la prima volta scontri anche a Nazareth in Galilea.
E non poteva mancare l’operazione israeliana su larga scala a Gaza…e così è stato! Siamo già al decimo giorno di bombardamenti continui che hanno provocato più di 200 morti ed oltre 1500 feriti. Una nuova devastazione non solo fisica ma anche psicologica e forse questo è l’aspetto più diabolico di questi nuovi bombardamenti.
Nessuno pensa ai traumi di chi non muore subito…in parrocchia in questi giorni si doveva svolgere il campo estivo. Era appena cominciato e dopo il primo giorno è stato interrotto per il rischio altissimo di poter finire sotto le bombe. A Gaza non ci sono rifugi e non suona la sirena di allarme prima che arrivino le bombe, indi per cui padre George e le suore hanno preferito rimandare i ragazzi nelle proprie case anche se quelle stesse case potrebbero essere da un momento all’altro le loro tombe. Tutti i bambini sono terrorizzati, si fanno addosso i vari bisogni e piangono quasi tutto il giorno. Non oso pensare se questo pianto arriverà alle orecchie di Dio cosa potrà succedere…
Come è possibile costringere altri a vivere in questo modo? Come non provare un po’ di pietà nei confronti di altri esseri umani costretti a vivere dentro il terrore? Come è possibile non ritrovare un po’ di umanità di fronte a certe immagini che quotidianamente arrivano in diretta dall’inferno di Gaza? Come non capire che questi bambini cresceranno con una rabbia e un odio spropositati verso coloro che gli stanno distruggendo l’infanzia?
Domande impegnative soprattutto se a perpetuare questa violenza e questo comportamento disumano sono i discendenti di quelli che certe cose le hanno vissute sulla propria pelle.
Ed ecco allora la domanda che in questi anni mi ha devastato dentro e a cui ho sempre fatto fatica a trovare una risposta: “Come può un popolo che conosce la tragedia, il dolore, la sofferenza non essere sensibile al dolore, alla sofferenza e alla tragedia di altri esseri umani?”
Qualche giorno fa, uscendo dallo Yad Vashem dove avevo accompagnato il seminario di Fiesole e parlando di queste cose e di come potevano riaccadere dopo tanti anni, il mio confratello Don Fabio mi ha dato una risposta che mi ha convinto : “Le ferite vanno curate, non vanno coltivate. L’unica cura è il perdono, è l’incontro con Gesù Cristo, altrimenti si tenderà sempre a replicare quello che si è subito ma questo non è umano!”
Continuiamo a pregare perché oggi è stata concessa una tregua umanitaria per cinque ore e forse domani inizierà una tregua più lunga ma che durerà al massimo fino al prossimo passo verso la Pace quando i Signori della Guerra e delle tenebre lanceranno un nuovo bombardamento per provare nuove armi e per i loro sporchi interessi.
Preghiamo affinché qualcuno capisca che continuando a generare odio, paura e distruzione  e continuando a dire bugie, giustificare e manipolare l’informazione non si avrà mai Pace e Sicurezza. Che il Signore tocchi i cuori di tutti e doni il suo Perdono e la sua Pace!!!


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