Elio Toaff: "Wojtyla un giusto destinato da Dio ad assomigliargli"
Roma
- (Adnkronos) - In un'intervista esclusiva all'Adnkronos il Rabbino
Capo emerito di Roma ricorda il Papa polacco in merito alla
canonizzazione che si celebrerà, con quella di Giovanni XXIII, il
prossimo 27 aprile. "Da Giovanni Paolo II sempre sincero affetto e
comprensione verso il popolo di Israele"
Roma, 18 apr. (Adnkronos) - "Nella Pasqua ebraica del 1987 Papa
Wojtyla mi scriveva perche' mi facessi portavoce presso la mia Comunità
dei suoi voti volti a proseguire insieme, ebrei e cristiani, nel cammino
della liberta' e della fede nella speranza, con la gioia che è nei
cuori durante la grande solennità pasquale, 'Ricordiamoci in ogni
momento della nostra vita -sottolineava Papa Giovanni Paolo II- che
l'uomo è fatto a immagine di Dio'. Il giusto delle nazioni Karol Wojtyla
è certamente un uomo destinato da Dio ad assomigliare maggiormente alla
sua immagine. Che il ricordo dei giusti sia di benedizione per tutti
noi". Così in un'intervista esclusiva all'Adnkronos il Rabbino Capo
Emerito di Roma Elio Toaff in merito alla canonizzazione dell'amico Papa
Giovanni Paolo II, che si celebrerà, con quella di Giovanni XVIII, il
27 aprile in piazza San Pietro con il rito presieduto da Papa Francesco.
"E' scritto nel Talmud: 'Ogni generazione conosce l'avvicendarsi di 36 uomini giusti, dalla cui condotta dipendono i destini dell'uomo. Sono questi i giusti delle nazioni, che portano in se' piu' degli altri la 'shekhinah', la presenza di Dio' -spiega Toaff- Sono i giusti che ci indicano la via del bene, avendo dedicato la loro vita al servizio del prossimo e alla gloria dell'Eterno. Nell'ebraismo, come e' noto, non ci sono santi, ma soltanto giusti, e la canonizzazione di un santo e' un fatto interno della Chiesa cristiana. Ma noi ebrei in questo momento vogliamo sottolineare che niente si attaglia meglio alla figura di Giovanni Paolo II della qualifica di giusto".
"Per gli ebrei le visite simboliche di Papa Wojtyla alla Sinagoga di Roma -ricorda il rabbino Capo Emerito- al campo di sterminio di Auschwitz e al Muro Occidentale del Tempio a Gerusalemme hanno segnato come pietre miliari il percorso che egli con coraggio e fermezza ha inteso compiere come atto di sincero affetto e comprensione nei confronti del popolo di Israele e di riparazione per le sofferenze e i torti inflittigli nel corso della storia e culminati nella tragedia della Shoah".
"E' scritto nel Talmud: 'Ogni generazione conosce l'avvicendarsi di 36 uomini giusti, dalla cui condotta dipendono i destini dell'uomo. Sono questi i giusti delle nazioni, che portano in se' piu' degli altri la 'shekhinah', la presenza di Dio' -spiega Toaff- Sono i giusti che ci indicano la via del bene, avendo dedicato la loro vita al servizio del prossimo e alla gloria dell'Eterno. Nell'ebraismo, come e' noto, non ci sono santi, ma soltanto giusti, e la canonizzazione di un santo e' un fatto interno della Chiesa cristiana. Ma noi ebrei in questo momento vogliamo sottolineare che niente si attaglia meglio alla figura di Giovanni Paolo II della qualifica di giusto".
"Per gli ebrei le visite simboliche di Papa Wojtyla alla Sinagoga di Roma -ricorda il rabbino Capo Emerito- al campo di sterminio di Auschwitz e al Muro Occidentale del Tempio a Gerusalemme hanno segnato come pietre miliari il percorso che egli con coraggio e fermezza ha inteso compiere come atto di sincero affetto e comprensione nei confronti del popolo di Israele e di riparazione per le sofferenze e i torti inflittigli nel corso della storia e culminati nella tragedia della Shoah".
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