Nahalin: un villaggio palestinese in pericolo



Profilo palestinese: Nahalin, un villaggio in pericolo.
di Marta Fortunato

La storia degli abitanti di Nahalin è una storia di emarginazione e isolamento. Circondato da colonie israeliane, strade a uso esclusivo e basi militari, gli abitanti di questo villaggio che è sito a 10 Km a sud-ovest di Bethlehem, sono stati defraudati di più del 60% dei loro terreni. Nonostante ciò, continuano a resistere.  “Non abbiamo uno spazio vitale dove vivere, siamo schiacciati tra la Linea Verde, le colonie e i campi militari israeliani.” Dib fissa lo sguardo sul suo villaggio nativo dalla cima della collina, lo sguardo è triste, senza speranza. “Nahalin è in pericolo, la politica israeliana della confisca della terra e il progetto di colonizzazione hanno isolato completamente Nahalin dal resto della West Bank.”
 Il villaggio si trova nel governatorato di Bethlehem. Questi sono terreni pieni di serre e di olivi, una terra presa di mira dall’esercito israeliano fin dal 1967. In 40 anni, la geografia dell’area è stata completamente modificata e stravolta fin da quando ampie superfici di terreno sono state confiscate e altre sono state rimpiazzate da colonie e campi militari israeliani. Secondo l’Istituto di Ricerche Applicate di Gerusalemme (ARIJ), dal 1967 Nahalin ha perduto più del 60% dei suoi terreni di origine. “A est si può vedere la colonia di Neve Daniyyel, a sud c’è un campo militare e il blocco di colonie di Gush Etzion, a ovest si vede la colonia israeliana di Beitar Illit che sta crescendo,” spiegava ad AIC Dib N., un uomo di 45 anni nato e cresciuto a Nahalin. La sua espressione è triste, le sue parole prospettano poca speranza per il futuro. In quest’area la popolazione palestinese è stata ridotta gradualmente a 7.000 unità, mentre il numero dei coloni è in crescita e supera ormai le 30.000 unità. 
Le prime colonie dell’Area sono state fondate negli anni ’70. Negli anni ’80, ne sono state costruite altre tra le quali Geva’ot (1984), Beitar Illit (1985) e Rosh Zurim (1986) su terreni confiscati dall’esercito agli abitanti di Nahalin e dei villaggi dei dintorni, Wadi Fuqin e Hussan. Nel 1989, durante la Prima Intifada, Nahalin è stato al centro di violenti scontri: l’esercito ha ucciso 6 palestinesi mentre molti altri sono stati feriti e arrestati. 
Con gli Accordi provvisori di Oslo del 1995, I terreni di Nahalin sono stati divisi in due aree: il 91% di tutta la superficie del villaggio è stata classificata come Area C, sotto il controllo totale di sicurezza e amministrativo israeliano, mentre il rimanente 9% è stato classificato come Area B, amministrato dall’Autorità Palestinese (PA), ma soggetto al controllo di sicurezza israeliano. 
“Questa ripartizione ha peggiorato i nostri problemi”, prosegue Dib, “in quanto ha bloccato del tutto l’espansione urbanistica del villaggio e ci ha costretti a vivere in un’area minuscola e limitata”. Di fatto, edificare in Area C è praticamente impossibile. I permessi vengono concessi dall’Amministrazione Civile israeliana, la cui politica delle licenze edilizie è rigida e il tasso di approvazione per domande di permessi edilizi palestinesi è estremamente ridotto. Secondo i dati forniti dall’Amministrazione Civile israeliana, tra il 2000 e il 2007, il tasso di accettazione è stato di circa 5,5%, mente la percentuale delle bocciature ha raggiunto il 94,5%. 
Nel 1995, Israele ha cominciato a costruire la bypass road che collega il blocco di Gush Etzion con Beitar Illit. Da ciò ne è derivato non solo un danno ambientale irreparabile, ma Israele ha pure confiscato centinaia di dunam di terreno di Nahalin e ha sradicato più di 2.000 ulivi. Da quel momento, l’isolamento e l’emarginazione degli abitanti di Nahalin è peggiorata. Oggi, se si vuole andare da Bethlehem a Nahalin, si devono attraversare due piccoli sottopassaggi per evitare le by-pass road, poi si deve proseguire su una stradina fangosa fino a raggiungere una strada stretta che zigzaga tra le colonie israeliane. 
Tra Nahalin e il resto della West Bank non esiste alcun altro collegamento. Fin da quando è esplosa la Seconda Intifada, la strada diretta verso Hebron è stata chiusa dall’esercito israeliano con blocchi stradali e pietre.
                                          
“Prima del 2000, per andare da qui a Hebron occorrevano venti minuti, mentre ora bisogna tornare prima a Bethlehem e questo richiede più di un’ora. Si tratta di Apartheid”, continua Dib, triste e disperato.

Di conseguenza, Nahalin, nel passato comunità rurale, si è trasformata per forza in una comunità urbana, con tutti i problemi che ne conseguono. Le cifre parlano da sole: Il 25 % della popolazione è disoccupata, solo il 15 % degli abitanti lavora nel settore agricolo, mentre il 40 % della forza lavoro è risucchiata nel mercato del lavoro israeliano, sia in Israele che nelle colonie attorno a Nahalin. 
(tradotto da mariano mingarelli)

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