Iraq: le forze di sicurezza dietro alle stragi di gay ed emo?

  Le milizie sciite non hanno ancora rivendicato le recenti e numerose uccisioni di emo e gay in Iraq. Chi sta uccidendo adolescenti, omosessuali e ragazze? Alcuni raccontano di aver visto delle milizie entrare negli ospedali per 'finire' i superstiti. Nel 2009, si parlava però di connivenza delle forze di sicurezza. E oggi? La storia di Ban.
 di Angela Zurzolo
 I demoni da esorcizzare in Iraq sono ancora la temuta influenza occidentale e la 'minaccia' ai ruoli di genere. Ed è ancora panico. Nel mirino, non solo gli omosessuali - da anni sottoposti a tortura e uccisione - adesso anche gli emo.
In Iraq gli adolescenti che aderiscono a questo sottogenere del punk non sono molti. Si tratta prevalentemente di ragazze. In un paese in cui le donne nascondono i capelli nei veli scuri e indossano tuniche color ebano, Ban, quindicenne originaria di Baghdad, indossava il nero sbagliato. A Najaf, dove si era dovuta trasferire, era additata da tutti e non aveva più amici.
Camicia strappata, dadi bianchi appesi ad una catena, unghie smaltate di nero e ombretto scuro, Ban si definiva la 'prima emo in città'.
Lo scorso anno, al Los Angeles Times, raccontava: “Essere emo significa vivere la dualità dell'essere che è felice ed annoiato della vita insieme”. Fuggita da Baghdad, dove viveva nel quartiere a maggioranza sunnita di Dora, insieme alla sua famiglia sciita, la ragazza viene minacciata di morte.
Ban è tutt'ora in pericolo.
Questa volta, la violenza l'ha raggiunta anche a Najaf. I fondamentalisti hanno preso di mira gli emo perchè non rientrano nella definizione classica di ''uomo'' e ''donna'', o di "normalità".
Definiti “satanisti e adulteri”, subiscono la stessa tortura riservata agli omosessuali.
Lapidati fino alla morte e poi gettati nei cassonetti, almeno 90 iracheni sono finiti vittima di gruppi anonimi. Secondo un testimone, di recente, milizie sciite sarebbero entrate in un ospedale per uccidere cinque superstiti di un precedente attacco, finendo così il 'lavoro'.
Nel 2009, un report di Human Rights Watch denunciava “una campagna di esecuzioni extragiudiziali, uccisioni e tortura” ai danni del “terzo sesso” e di tutti coloro che mostravano comportamenti 'effeminati'.
La gente aveva denunciato: “le forze di sicurezza sono colluse e si uniscono alle uccisioni”.
Ancora troppo poche le testimonianze dirette, la paura ha un effetto paralizzante. Inizialmente, alcuni esponenti della polizia avevano persino negato in tv che ci fossero stati degli omicidi premeditati, volti a colpire soggetti identificabili come emo.
Il 6 marzo, però, Shefaaq News è stata costretta a riportare le affermazioni del ministero degli Interni, che confermava l'uccisione di 56 emo.
La repressione della diversità è comune a molti paesi. In Egitto, la repressione contro i gay era stata preceduta dall'arresto di decine di fan dell'heavy metal in un quartiere de Il Cairo, anche loro accusati di adorare il diavolo o di essere il risultato di una borghesia occidentalizzata.
Casi simili si sono verificati anche in Libano e in Turchia, ma la differenza è che in Iraq ci sono molte più persone con un'arma in mano.
Per questo è importante che “le autorità irachene disarmino tutte le milizie e condannino gli assalti basati su una personale visione della morale pubblica”, come denunciato da Human Rights Watch.
 14 marzo 2012

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