Iran: lettera da Evin: “Uccido formiche, credo in te e nell’Iran”


“Uccido formiche, credo in te e nell’Iran” Lettera alla moglie dal carcere di Evin

di Bahman Ahmadi-Amouee


Cara Jila,
mi sveglio presto in questi ultimi giorni e la prima cosa che faccio è uccidere le formiche. Tante formiche in inverno? Non so cosa sta succedendo. La cosa interessante è che c’è una lunga fila di formiche vicino al mio letto. Quindi il loro nido deve essere nelle vicinanze. Ora, dopo aver ucciso cinquanta o sessanta formiche al giorno per diversi giorni, nessuno potrà dire “Bahman è una brava persona, che non ha fatto mai male nemmeno a una formica”. Anche se non ho mai dato un tale definizione di me stesso in passato.

E’ da diversi giorni che mi sento di scriverti per condividere i miei dolori. Ma ora che sto scrivendo, non so da dove cominciare. E’ passato circa un mese da quando ti ho scritto l’ultima volta, ma non so perché non riesco a concentrarmi…. In un primo tempo, pensavo di avere un problema. Ma sembra che anche le altre persone siano nello stesso stato. A volte ci dimentichiamo i nomi. Le parole che abbiamo usato tutti i giorni a volte ci sfuggono. A volte, più cerchiamo di ricordare una parola o un’espressione, meno riusciamo. Poi, tutto ad un tratto, quella cosa ti viene in mente, ma a quel punto è troppo tardi, non ne hai più bisogno. Solo pochi giorni fa, avevo dimenticato il numero di telefono di mio fratello…. Dopo 18 mesi, ho avuto la possibilità di fare una telefonata. Ogni 20 o 30 giorni, abbiamo il permesso di fare una telefonata di cinque minuti. Sempre che le autorità carcerarie non abbiano deciso di tagliare il telefono per qualche giorno per punire i prigionieri. In ogni caso, mentre stavo pensando al suo numero di telefono, mi sono accorto di aver dimenticato anche il tuo. Il numero che ho sempre saputo a memoria era improvvisamente volato fuori dalla mia mente. Avevo messo la scheda telefonica nel telefono, ma tutto quello che potevo fare era premere il pulsante dello zero… .

Qui si incontrano persone strane e succedono strani eventi ogni giorno. Non appena sei diventi amico di qualcuno e ti abitui al loro carattere, arriva l’ordine di trasferirlo altrove o il suo nome viene chiamato per l’esecuzione. All’inizio, ogni volta che qualcuno dove essere trasferito nel reparto c’era gran confusione: alcuni piangevano, altri si battevano le mani sul petto, e quelli con più autocontrollo avevano gli occhi umidi, recitavano una poesia o cantavano una canzone accompagnandolo finché non usciva. Ora, queste cose succedono molto meno…. Ci stiamo abituando…. “Abituarsi” è proprio quello che ho sempre odiato…. Tu sai quanto ho odiato l’essere conservatore e accettare lo status quo. In questi giorni, sto lottando per non abituarmi… A volte, ho paura della possibilità che le mie aspirazioni e i miei desideri diventino mediocri. Qui, a volte prendiamo atto di cose che difficilmente ci starebbero a cuore fuori dal carcere, cose che a volte non avremmo visto affatto. Ti faccio un esempio: cucchiai, forchette, pentole e ciotole che il “sindaco” del giorno in ogni cella riceve dal suo predecessore, per poi contarle e consegnarle al suo successore il giorno seguente. Mentre normalmente nei penitenziari alcuni prigionieri sono pagati per assumere il ruolo di “sindaco”, qui tutti i prigionieri lo fanno a turno, e non importa se uno è stato un giornalista, un membro del parlamento, o un viceministro…. Non hai idea quanto si ride e delle questioni che scoppiano all’una o alle due del mattino sul conteggio. A volte la risata è amara e tinge di dolore. In quei momenti, Abdollah dice a voce alta: “Oh Dio, quanto è diventato piccolo il nostro mondo”….

Il gestore più esigente è Feizollah Arabsorkhi, dalla stanza 7, che era stato il vice ministro del Commercio nell’amministrazione dei riformisti. E’ così disciplinato e determinato che non va a letto prima di aver trovato ogni oggetto smarrito. Da un paio di mesi, Jamal Ameli, un uomo molto simpatico e giovane del sud di Teheran, è nella nostra camera. E ‘una persona molto interessante e un giocatore di scacchi molto bravo…. Viene da una famiglia con molti figli rappresentativa in qualche modo di tutta la società iraniana. Qualcuno nella sua famiglia sostiene la Repubblica islamica, qualcun altro sostiene il Movimento Verde, e un terzo è indifferente. E’ interessante quel che ci dice della loro mentalità. “Mio padre è un pastore”, ci ha detto. “Ma lui non crede nel governo religioso. Uno dei miei fratelli è diventato disabile durante la guerra Iran-Iraq. Uno di loro è un membro dei Basiji (la milizia filo-governativa), e io sono un marxista”. Dice che quando gli agenti del governo sono andati ad arrestarlo, all’inizio hanno creduto che fosse un indirizzo sbagliato. Sul muro c’era una grande foto di Hassan Nasrallah, il leader dell’Hezbollah libanese, e una foto di Ayatollah Khamenei, la Guida suprema dell’Iran….

Faccio spesso incubi spaventosi, la maggior parte sono sulla guerra e le esecuzioni. Quel che è peggio è che i nostri sogni spesso si ripetono. Alcuni prigionieri dicono che non li ricordano più. Qualcuno sogna solo quel che accade nel carcere… Sento che c’è una prospettiva infinita di fronte a noi, una prospettiva vaga e, a volte opaca e scura. Come se il Paese interno sia stato trasformato in una grande prigione…. A volte penso che, proprio come gli americani e gli inglesi distrussero tutte le nostre speranze, con il colpo di Stato il 19 agosto 1953, anche stavolta potremmo trovarci di fronte una disgrazia storica. Abbiamo avuto sfortuna. Se i tamburi di guerra rulleranno davvero, sarà una perdita per il Movimento Verde e siamo tutti preoccupati. Quando dico “noi”, intendo la maggior parte di noi prigionieri politici….

Questi sono i pensieri che attraversano la mia mente. Non voglio mentirti. Voglio dirti onestamente che a volte mi sento davvero disperato. Ma non ti preoccupare. Ci sono anche molte cose promettenti. Dopo tutte le pressioni e la repressione che il Movimento Verde ha vissuto negli ultimi due anni e mezzo, le voci forti si sentono ancora. I prigionieri sono fermi e mandano un messaggio di resistenza dall’interno del carcere…. Cara, non dimenticare che dietro ogni svolta storica, ci sono eventi nascosti che non avresti potuto mai immaginare, eventi che sorprendono anche le persone più intelligenti. Stavolta “l’evento” non potrebbe essere la dignità e la libertà in Iran? Restiamo ottimisti. Abbi cura di te.

14 gennaio 2012, prigione di Evin, sezione 350


http://27esimaora.corriere.it/artico...rcere-di-evin/


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