I pacifisti israeliani dimostrano per protestare contro i discorsi di guerra all’Iran che si fanno a Tel Aviv


I pacifisti israeliani dimostrano per protestare contro i discorsi di guerra all’Iran che si fanno a Tel Aviv
Di Juan Cole
27 marzo 2012
Il quotidiano Haaretz riferisce che sabato centinaia di pacifisti israeliani hanno dimostrato a Tel Avivhttp://www.haaretz.com/news/national/hundreds-of-israelis-march-in-tel-aviv-to-protest-war-with-iran-1.420510 per protestare contro tutto il parlare che si fa di attaccare le installazioni nucleari iraniane destinate all’arricchimento dell’uranio. Sui loro cartelli c’era la richiesta: “No alla guerra con l’Iran,” e “Colloqui, non bombe”.L’audacia di questa marcia di protesta, data l’atmosfera politica di destra che esiste a Israele, non dovrebbe essere sottovalutata. La sinistra israeliana, rovinata alle elezioni e inattiva da anni, dall’anno scorso ha iniziato  a far risentire la sua voce. Il movimento J14 per le dimostrazioni di piazza per rendere accessibili alloggi e istruzione, la scorsa estate e autunno ha portato nelle strade migliaia di Israeliani. http://www.jweekly.com/article/full/64657/israeli-protest-leaders-take-new-tack-in-fight-for-social-change/.E’  noto che molti dei manifestanti schierati politicamente e privatamente a sinistra, si oppongono al piano coordinato di insediamenti su terra palestinese in Cisgiordania.I pacifisti e gli organizzatori per la giustizia sociale offrono nuove idee per la società buona che differisceconcretamente dalla vecchia sinistra laburista.  Per esempio, Uri Savir,http://www.jpost.com/Opinion/Columnists/Article.aspx?id=263065 presidente del Centro Peres per la Pace, http://www.facebook.com/pages/The-Peres-Center-For-Peace/124338357598271sostiene una duplice strategia. Ammette che la Primavera Araba fa sì che per Tel Aviv sia più importante che mai rinunciare al sogno di “un Israele più grande” e ritirarsi dalla Cisgiordania, dato che i vicini arabi di Israele non accetteranno mai che milioni di Palestinesi dovrebbero continuare a vivere in stato di occupazione. Assume però, una posizione più dura rispetto all’Iran, ed esorta a una stretta alleanza con l’America, a imporre sanzioni, e a usare un attacco militare come “ultima risorsa”.  In sostanza, capovolge la politica del governo del Likud  (partito nazionalista liberale, n.d.T.) del primo ministro Benjamin Netanyahu, che rischia regolarmente di portare a rapporti  tesi con l’esecutivo di Washington, che vede un attacco all’Iran come una priorità urgente e non come un’ultima risorsa, e che sta raddoppiando gli sforzi per colonizzare la Cisgiordania palestinese con gli  occupanti abusivi israeliani.Per quanto il buon senso di Savir possa essere ben accolto, (esso sembra rappresentare il punto di vista del presidente israeliano Shimon Peres), esso sembra stranamente  sordo  al pericolo che le rovinose sanzioni  contro l’Iran porteranno alla guerra, e stranamente distaccato dalla realtà quando pensa che sia ancora plausibile che gli occupanti abusivi israeliani in Cisgordania possano essere allontanati o che ci sia  abbastanza  per formare una base per uno stato palestinese.  L’ONU riferisce ora che lo stato di Israele sta aiutando attivamente gli occupanti israeliani abusivi in Cisgiordania a espropriare le risorse idriche http://www.commondreams.org/headline/2012/03/19-6 e le sorgenti che appartengono ai Palestinesi, privandoli dell’acqua e trasformando le sorgenti in fonti di reddito e anche in luoghi turistici.  Il colonialismo è un furto. In un contesto in cui la posizione di Savir è così di estrema sinistra che a questo punto probabilmente soltanto un gruppetto di deputati del parlamento israeliano, la sottoscriverebbero pubblicamente, la protesta pacifista di Tel Aviv  è una boccata di aria fresca. Il vicolo cieco della politica israeliana convenzionale, è riassunto bene dal giornalista Stav Shaffir di J14che ha fatto notare al settimanale Jweekly http://www.jweekly.com/article/full/64657/israeli-protest-leaders-take-new-tack-in-fight-for-social-change/ che l’elettorato sembra votare per i problemi della sicurezza piuttosto che per quelli sociali:”  La gente vota come se domani ci fosse una guerra e quindi scelgono il generale migliore. Mentre fanno questo, abbiamo un governo che abbandona tutte le sue responsabilità. La società non è migliore quando si costruisce un aeroplano migliore, ma quando si offre un’educazione migliore.”  Anche se non è collegato alla protesta pacifica, un altro progetto delle colombe israeliane, è una pagina su Facebookhttp://www.facebook.com/LoveAndPeaceCampaign aperta dalla coppia di marito e  moglie Ronny Edry e Michal Tamir per promuovere rapporti positivi interpersonali tra Israeliani e Iraniani.http://www.haaretz.com/news/national/iranians-respond-to-israeli-facebook-initiative-israel-we-love-you-too-1.419505.La tendenza diffusa in tutto il mondo  verso i grossi guadagni che domina la politica convenzionale, ha influenzato anche Israele, dove la sua prosperità crescente è distribuita sempre più malamente. Il problema della plutocrazia strisciante non è soltanto un problema per i giovani che non possono più permettersi di pagare l’affitto di un appartamento. Sono gli stessi plutocrati che possiedono fabbriche di munizioni e che traggono vantaggi dalla guerra, e che possono comprare i parlamentari perché gli servano da manichini ventriloqui.  Quando però la politica convenzionale arriva a un punto morto, la gente inventa altre forme di politica. Forse vedremo dei barlumi di una nuova politica di pace israeliana.
Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo
Originale : Juancole.com
Traduzione di Maria Chiara Starace

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