Gli Alawiti: i fedelissimi degli Assad
Il regime siriano degli Assad dopo tanti mesi di manifestazioni oceaniche si mantiene al potere continuando la sua durissima repressione I motivi vanno individuati nella particolare complessità del caso Siria e in particolate nel decisivo sostegno degli Alawiti.
La setta alawita costituisce circa il dieci per cento della popolazione siriana. i sunniti costituiscono il 65 per cento, mentre curdi sunniti e cristiani costituiscono il dieci per cento ciascuno. Ismailiti drusi, sciiti, e altri gruppi minori formano il resto. Da quando pero il partito baath (socialista) di Assad ha preso il potere in Siria, il settarismo è diventato un tabù: ogni riferimento alle identità religiosa è stata duramente repressa ma l’appartenenza religiosa è rimasta nascosta ma non superata a somiglianza di quanto è avvenuto nella Yugoslavia comunista di Tito
Ma in qualunque forma l’identità religiosa ed etnica esiste in tutte le società, e in tempi di crisi, la identità collettiva viene spesso a indebolirsi èe la l’appartenenza etnico- religiosa ritorna fortissima .
Se l’elite ricca trascende queste identificazioni e tiene più conto della classe sociale, della professione, e altri fattori il riferimento etnico religioso si mantiene nella gente comune e come nei Balcani possono riesplodere improvvisamente e drammaticamente.
Non si sa molto della fede alawita – anche tra la stessa comunità alawita –perche le sue credenze e le sue pratiche sono disponibili solo per pochi iniziati ma si sa che ha alcune dottrine lontane dell’Islam : credenza nella trasmigrazione dell’anima, la reincarnazione, la divinità di Ali ibn Abi Talib – il quarto califfo e cugino del Profeta Muhammad – e una santa trinità che comprende Ali , Muhamad e uno dei compagni del profeta, Salman al Farsi.
Nel mondo arabo la maggioranza sunnita esercita da sempre una egemonia che spesso ha perseguitato le sette di minoranza. come gli Alawiti. Un tema comune quindi della identità alawita è la paura di egemonia sunnita, basato su una storia di persecuzione che si è conclusa solo con la scomparsa dell’impero ottomano. Infatti con il mandato francese che ha sostituito l’impero ottomano nel 1918 gli Alawiti, come altre minoranza (per esempio i Maroniti del vicino Libano) hanno superato la marginalità tradizionale e iniziato anche un marcia verso l’egemonia e il potere favorita dal fatto che per forza di cose sono i sostenitori del laicismo che coincide con la loro emancipazione
Ma in qualunque forma l’identità religiosa ed etnica esiste in tutte le società, e in tempi di crisi, la identità collettiva viene spesso a indebolirsi èe la l’appartenenza etnico- religiosa ritorna fortissima .
Se l’elite ricca trascende queste identificazioni e tiene più conto della classe sociale, della professione, e altri fattori il riferimento etnico religioso si mantiene nella gente comune e come nei Balcani possono riesplodere improvvisamente e drammaticamente.
Non si sa molto della fede alawita – anche tra la stessa comunità alawita –perche le sue credenze e le sue pratiche sono disponibili solo per pochi iniziati ma si sa che ha alcune dottrine lontane dell’Islam : credenza nella trasmigrazione dell’anima, la reincarnazione, la divinità di Ali ibn Abi Talib – il quarto califfo e cugino del Profeta Muhammad – e una santa trinità che comprende Ali , Muhamad e uno dei compagni del profeta, Salman al Farsi.
Nel mondo arabo la maggioranza sunnita esercita da sempre una egemonia che spesso ha perseguitato le sette di minoranza. come gli Alawiti. Un tema comune quindi della identità alawita è la paura di egemonia sunnita, basato su una storia di persecuzione che si è conclusa solo con la scomparsa dell’impero ottomano. Infatti con il mandato francese che ha sostituito l’impero ottomano nel 1918 gli Alawiti, come altre minoranza (per esempio i Maroniti del vicino Libano) hanno superato la marginalità tradizionale e iniziato anche un marcia verso l’egemonia e il potere favorita dal fatto che per forza di cose sono i sostenitori del laicismo che coincide con la loro emancipazione
Gli Alawiti sono stati i maggiori sostenitori del partito Baath ( socialista e laico) e della la sua ideologia pan-araba che era un modo per trascendere la stretta identità settaria, Inoltre l’occupazione negli uffici statali e soprattutto nell’esercito erano una opportunità per la promozione sociale e di fuga dalla povertà.
Cosi nel 1955, la maggior parte degli ufficiali che portaronoo il bath al potere erano Alawiti, che controllavano anche accademie militari,
Nel 1970 il potere fu preso dall’alawita ,Hafez al-Assad .il padre del presente rais che si circondò di persone del suo gruppo di cui poteva maggiormente fidarsi: la setta fu sovra-rappresentata nelle istituzioni statali.
Dal 1960, il regime siriano ha incoraggiato i contadini,soprattutto alawita, ad emigrare dalle regioni di montagna alla pianura, dando loro proprietà delle terre che erano appartenute ad una elite a maggioranza sunnita.
Tuttavia poi la stessa identità degli Alawiti è stata spostata dall’ambito religioso a quello politico: la comunità non si identifica più nel proprio credo religioso ma solo e semplicemente nel sostegno della famiglia Assad mentre lo stesso Bath ha perduto ogni ideale iniziale.
Gli Alawiti erano storicamente respinti dell’Islam. Per essere accettato come leader, Assad ha dovuto convincere i sunniti che gli Alawiti erano in sostanza dei buoni mussulmani , Attualmente gli Alawiti non ricevono nessuna istruzione sulla loro stessa religione. i libri di scuola siriana non contengono alcuna menzione della parola “alawita”. L’educazione islamica nelle scuole siriane è tradizionale, rigida, e sunnita, non si fa nessun tentativo di inculcare nozioni di tolleranza e rispetto delle tradizioni religiose diverse dall’ islam sunnita tranne che per il cristianesimo che è un’eccezione.
Il regime ha negato qualsiasi spazio pubblico agli Alawiti per praticare la loro religione. non riconoscono alcun consiglio alawita che possa elaborare elementi dottrinali e molti siriani la percepiscono come una fede misteriosa.
Gli Alawiti hanno fatto forse un buon affare economico-politico, hanno perso la propria identità e accettato il mito che erano “buoni musulmani” per vincere l’opposizione sunnita La perdita del ruolo tradizionale dei capi Alawiti, impedisce loro di stabilire posizioni e di impegnarsi come una comunità nei confronti delle altre comunità siriane – rafforzando i timori settari e i sospetti.
Fra le confessioni siriane gli Alawiti sono i più laici possono vantare il maggior numero di matrimoni interconfessionali, e sono i più integrati con altre sette, nei rapporti sia personali che aziendali.
Gli Alawiti percepiscono se stessi come i più liberali e laici dei musulmani i Essi indicano il loro consumo di alcol, l’interazione libera tra i loro uomini e donne e il modo più occidentale del vestire e del comportarsi delle donne.
Cosi nel 1955, la maggior parte degli ufficiali che portaronoo il bath al potere erano Alawiti, che controllavano anche accademie militari,
Nel 1970 il potere fu preso dall’alawita ,Hafez al-Assad .il padre del presente rais che si circondò di persone del suo gruppo di cui poteva maggiormente fidarsi: la setta fu sovra-rappresentata nelle istituzioni statali.
Dal 1960, il regime siriano ha incoraggiato i contadini,soprattutto alawita, ad emigrare dalle regioni di montagna alla pianura, dando loro proprietà delle terre che erano appartenute ad una elite a maggioranza sunnita.
Tuttavia poi la stessa identità degli Alawiti è stata spostata dall’ambito religioso a quello politico: la comunità non si identifica più nel proprio credo religioso ma solo e semplicemente nel sostegno della famiglia Assad mentre lo stesso Bath ha perduto ogni ideale iniziale.
Gli Alawiti erano storicamente respinti dell’Islam. Per essere accettato come leader, Assad ha dovuto convincere i sunniti che gli Alawiti erano in sostanza dei buoni mussulmani , Attualmente gli Alawiti non ricevono nessuna istruzione sulla loro stessa religione. i libri di scuola siriana non contengono alcuna menzione della parola “alawita”. L’educazione islamica nelle scuole siriane è tradizionale, rigida, e sunnita, non si fa nessun tentativo di inculcare nozioni di tolleranza e rispetto delle tradizioni religiose diverse dall’ islam sunnita tranne che per il cristianesimo che è un’eccezione.
Il regime ha negato qualsiasi spazio pubblico agli Alawiti per praticare la loro religione. non riconoscono alcun consiglio alawita che possa elaborare elementi dottrinali e molti siriani la percepiscono come una fede misteriosa.
Gli Alawiti hanno fatto forse un buon affare economico-politico, hanno perso la propria identità e accettato il mito che erano “buoni musulmani” per vincere l’opposizione sunnita La perdita del ruolo tradizionale dei capi Alawiti, impedisce loro di stabilire posizioni e di impegnarsi come una comunità nei confronti delle altre comunità siriane – rafforzando i timori settari e i sospetti.
Fra le confessioni siriane gli Alawiti sono i più laici possono vantare il maggior numero di matrimoni interconfessionali, e sono i più integrati con altre sette, nei rapporti sia personali che aziendali.
Gli Alawiti percepiscono se stessi come i più liberali e laici dei musulmani i Essi indicano il loro consumo di alcol, l’interazione libera tra i loro uomini e donne e il modo più occidentale del vestire e del comportarsi delle donne.
E ‘ difficile dire che cosa rende qualcuno un alawita, tranne che che essere figlio di un alawita.
La maggioranza sunnita, nel frattempo, ricorda la brutalità con cui è stato schiacciato la insurrezione armata dei Fratelli Mussulmani che furono eliminati fisicamente in Siria e in gran parte sono assenti dalla rivolta in corso, anche se la maggior parte dei manifestanti di oggi sono sunniti conservatori.
La maggioranza sunnita, nel frattempo, ricorda la brutalità con cui è stato schiacciato la insurrezione armata dei Fratelli Mussulmani che furono eliminati fisicamente in Siria e in gran parte sono assenti dalla rivolta in corso, anche se la maggior parte dei manifestanti di oggi sono sunniti conservatori.
Gli Alawiti aanno adottato lo slogan “Assad per sempre”, incapaci di separarsi dal regime o immaginare una Siria senza Assad. Percepiscono come un tradimento vergognoso non sostenerlo fino all’ultimo.
L’opposizione non è riuscita ad articolare una visione per quello che succederà alle decine di migliaia di Alawiti delle forze di sicurezza e dello Stato. ma minacciano di punire in futuro coloro che attivamente sostengono il regime
La fine del regime influirà direttamente quasi su ogni famiglia alawita.
E ‘facile dire se s è in una zona alawita in Siria in questi giorni. Sarà il luogo dove è addobbato ogni spazio disponibile con le foto del presidente Bashar, il fratello Maher e il loro padre Hafez. Si tratta di un culto della personalità, con muri portanti i graffiti: “Assad per sempre”e foto del presidente.
Gli Alawiti però negano di controllare lo stato, affermano anzi di essere sotto rappresentati nelle cariche pubbliche, che non hanno alcun fine settario che ma che si battono solo per la Siria, per tutta la Siria.
La fine del regime influirà direttamente quasi su ogni famiglia alawita.
E ‘facile dire se s è in una zona alawita in Siria in questi giorni. Sarà il luogo dove è addobbato ogni spazio disponibile con le foto del presidente Bashar, il fratello Maher e il loro padre Hafez. Si tratta di un culto della personalità, con muri portanti i graffiti: “Assad per sempre”e foto del presidente.
Gli Alawiti però negano di controllare lo stato, affermano anzi di essere sotto rappresentati nelle cariche pubbliche, che non hanno alcun fine settario che ma che si battono solo per la Siria, per tutta la Siria.
Accusano i rivoltosi di essere degli ignoranti, di essere eterodiretti da un complotto internazionale guidato da sionisti e americani ( eterno ritornello di tutti le dispute fra Arabi) Affermano poi che gli Stati Uniti sono in combutta con gli islamisti il che suona molto strano ma viene giustificato dal fatto che gli Americani vorrebbero contrastare nel Medio Oriente l’influenza cinese.
Starebbero usando gruppi musulmani contro la Cina; dicono che il Corano parla della minaccia da una invasione gialla. ( che però, in verita non ci risulta )
Con la presa di Tripoli dei ribelli libici assistiti dalla NATO sono preoccupati per la possibilità di un intervento Nato o della Turchia, loro potente vicino.
Con la presa di Tripoli dei ribelli libici assistiti dalla NATO sono preoccupati per la possibilità di un intervento Nato o della Turchia, loro potente vicino.
di Giovanni De Sio Cesari
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