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Gaza: protesta su Facebook per acuirsi crisi energia . Hamas reprime manifestazioni di protesta


(di Aldo Baquis) (ANSAmed) - TEL AVIV - Mentre le stazioni di benzina sono a secco e la corrente elettrica e' disponbile solo poche ore al giorno, a Gaza serpeggia il malumore verso Hamas e fioriscono pagine Facebook di denuncia. L'anno scorso una protesta analoga - ingaggiata da giovani attivisti del gruppo Gybo - e' stata stroncata con una serie di arresti ed intimidazioni da parte dei servizi segreti di Hamas.

Adesso dunque gli oppositori si nascondono dietro nomi di comodo (Abu Ahmed, Abu Muhammed, ecc) che inneggiano alla 'unita' nazionale' ma, fra le righe, biasimano Hamas. Una prima giornata di sciopero e' stata indetta per giovedi': ciascuno a Gaza dovra' astenersi dal lavorare o dallo studiare, anche per un'ora soltanto.

La reazione delle autorita', si apprende da Gaza, e' furiosa e le manifestazioni di piazza sono state subito vietate. Nei giorni scorsi diversi 'imam' hanno avvertito i fedeli delle loro moschee che e' loro dovere religioso sostenere l'esecutivo di Hamas. Chi agisse diversamente, hanno ammonito dai loro pulpiti, rischia gli arresti. Particolarmente acceso e' stato il parlamentare di Hamas Halil el-Haya che ha denunciato l'esistenza a Gaza di un vero e proprio complotto ordito - a suo parere - da al-Fatah, ''in connivenza con il Mossad israeliano, con i servizi segreti statunitensi e con alcuni Paesi arabi''.

I primi a fare le spese di questo clima di sospetto e di delazione sono stati quei tassisti locali che, nell'intimo delle loro vetture, hanno osato 'mugugnare' contro l'esecutivo di Hamas il quale essi vedono come il maggiore responsabile della crisi energetica. Denunciati dai passeggeri, diversi tassisti sono finiti nei commissariati: il loro numero complessivo, a seconda delle fonti, e' compreso fra alcune decine e oltre cento.

Per seguire il dibattito sulla situazione a Gaza apertosi su Facebook, i giovani della Striscia sono costretti a spostarsi da un quartiere all'altro, seguendo cosi' gli itinerari della aleatoria distribuzione della corrente elettrica in citta'.

Nelle loro analisi accusano Hamas di aver ingiustamente addossato all'Egitto la responsabilita' per la penuria di gasolio che ha bloccato la centrale elettrica di Gaza. Vi e' poi chi aggiunge che la durezza di Hamas in questa occasione deriva dalla sensazione di avere puntati addosso gli occhi delle dirigenze islamiche createsi quest'anno in diversi Paesi arabi. Gaza e' ormai un banco di prova: se l'esecutivo di Hamas dovesse tentennare sotto la protesta popolare, gli echi si avvertirebbero in tutta la Regione. Per cui - concludono questi anonimi analisti - Ismail Haniyeh e i suoi uomini non possono concedersi adesso la minima debolezza. (ANSAmed).

Commento: solidarietà ai manifestanti

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