Il Museo di Oakland censura la mostra dei bambini palestinesi di Gaza

 Nonostante le numerose proteste per la censura della mostra d’arte di bambini palestinesi, il Museum of Children’s Art (MOCHA) di Oakland in California ha rifiutato di rivedere la decisione di cancellare “Il punto di  vista di un bambino di Gaza”.
 

Il Consiglio di Amministrazione del Museo, che ha votato per la cancellazione della mostra d’arte una settimana fa a causa delle enormi pressioni da parte di gruppi pro-israeliani, ha ricevuto una lettera del Middle East Children’s Alliance (MECA), sottoscritta da migliaia di sostenitori in tutto il Paese, in cui si chiedeva di rivedere la decisione entro giovedì 15 settembre.

Purtroppo, martedì 12 settembre il presidente del CdA del MOCHA, Hilmon Sorey, ha pubblicato una lettera aperta nel sito web dell’organizzazione difendendo la decisione di cancellare la mostra, giustificandola con lo sconcerto della comunità rispetto alla natura “violenta” delle immagini. Eppure, le immagini raffigurate nell’esibizione, disegnate da bambini palestinesi, denunciano l’uso della violenza contro una popolazione civile indifesa.

Lo stesso museo aveva precedentemente presentato opere d’arte in tempo di guerra, compresi i disegni di bambini iracheni che mostravano carri armati statunitensi e armi, così come immagini della Seconda Guerra Mondiale. Nella lettera inviata dal MECA si è poi ricordato al MOCHA che gruppi pro-israeliani organizzano continuamente gite scolastiche nei musei dell’Olocausto in tutto il Paese, dove sono esibite le immagini degli orrori nazisti.

“Siamo molto delusi dall’insistenza del MOCHA nel porre sotto silenzio le voci dei bambini palestinesi, nonostante la sua lunga storia di arte in tempo di guerra. Il doppio standard del MOCHA quando si parla di Palestina fa capire che la decisione è di natura politica”, ha detto Barbara Lubin, direttore esecutivo di MECA. Infatti, pochi giorni dopo l’annuncio della cancellazione della mostra, il Jewish Community Relations Council e la Federazione Ebraica della East Bay si sono vantati su diversi giornali e tv di essere riusciti nell’intento di convincere il MOCHA a compiere una simile scelta.

Sfortunatamente, questo incidente è solo uno dei tanti esempi in tutto il Paese di come certi gruppi riescano con successo a mettere sotto silenzio la prospettiva palestinese, incluse le forme d’espressione artistiche. Lo scorso anno, la Federazione Ebraica del Nord America e il Consiglio Ebraico per gli Affari Pubblici hanno lanciato una campagna da sei milioni di dollari per togliere spazio alle voci palestinesi anche all’interno delle istituzioni culturali.

“È molto triste che gli artisti bambini di Gaza siano costretti da Israele a vivere sotto assedio  dal 2006. Togliendo ai bambini palestinesi la possibilità di parlare, i gruppi pro-israeliani sono riusciti a estendere l’assedio da Gaza a Oakland”, ha detto Ziad Abbas, direttore associato di MECA.

MECA presenterà la mostra “Il punto di vista di un bambino di Gaza” nel cortile fuori dal Museo a partire dal giorno in cui l’esibizione sarebbe dovuta iniziare, il prossimo 24 settembre. “Vi promettiamo che le voci di questi  bambini non saranno messe sotto silenzio, né a Gaza né in California”.

Tradotto da Alternative Information Centerù

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Commento: i talebani delle lobby pro-israeliane hanno fatto del negazionismo la loro personale  sharia. Vergogna

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