HAARETZ, PERES CONTRO NETANYAHU, BASARE PACE SU LINEE 67 LIVNI: NETANYAHU CI TRASCINA A MASSADA

       1 ANSA) - TEL AVIV, 17 GIU - A porte chiuse, il Capo dello
Stato israeliano Shimon Peres critica severamente la politica di Benyamin Netanyahu e - diversamente dal premier - sostiene che un accordo di pace con i palestinesi deve basarsi in linea di
principio sulle linee armistiziali antecedenti la guerra del 1967. Lo afferma oggi con grande evidenza il quotidiano Haaretz.

Secondo Haaretz, Peres e' allarmato da un asserito
immobilismo del governo Netanyahu. Peres teme fra l'altro che -per costringere Israele ad un atteggiamento piu' duttile verso i
palestinesi - i porti occidentali vengano gradualmente chiusi
alle merci israeliane. Sul lungo termine, il rischio che si
staglia di fronte e' che Israele non possa piu' essere al tempo
stesso ''uno Stato democratico ed ebraico''.
L'ufficio di Peres non ha ancora commentato le affermazioni
attribuitegli dal giornale. Haaretz riporta poi dichiarazioni molto allarmate di Tzipi
Livni, leader del partito centrista di opposizione Kadima,
secondo la quale ''Netanyahu ci trascina tutti a Massada'': la
storica fortezza a strapiombo sul mar Morto dove duemila anni fa
centinaia di zeloti ebrei compirono un suicidio di massa per non
soccombere alla preponderanti forze delle legioni romane.
(ANSA).

XBU
17-GIU-11 09:06 NNNN

Ex-Mossad Chief Meir Dagan Sounds Alarms on Israel’s Leaders

2   Il presidente israeliano Shimon Peres teme che Israele possa diventare uno stato binazionale, nel qual caso, ha avvertito, cesserebbe di esistere come Stato ebraico. “Sono preoccupato per il continuo blocco nei colloqui di pace”, ha detto Peres in un incontro pubblico. ”Sono preoccupato che Israele diventi uno stato binazionale. Quello che sta accadendo ora è totale ostruzionismo. Siamo in procinto di schiantarci contro un muro. Stiamo galoppando a tutta velocità verso una situazione in cui Israele cesserà di esistere come uno stato ebraico ”. Peres ha celebrato quattro anni alla presidenza questa settimana. Ma il suo umore non è quello della festa. Tanto da fargli profetizzare la fine di Israele a meno che i negoziati con i palestinesi portino ad un accordo di pace nel futuro immediato.
“Chi accetta il principio di base del 1967 riceverà il sostegno internazionale”, ha detto Peres. ”Chi lo rifiuta perderà il mondo”. Si riferiva all’obiezione veemente del primo ministro Benjamin Netanyahu di avviare colloqui di pace sulla base dei confini del 1967, che ha definito “indifendibile”, sia alla Knesset sia al Congresso degli Stati Uniti. Ma Peres continua a rifiutare i consigli di amici e vari personaggi politici che si schierano apertamente contro le posizioni di Netanyahu. ”Non sono il capo dell’opposizione, io sono il presidente dello Stato”. Peres ha inoltre espresso il timore che Israele potrebbe essere sottoposto a sanzioni e boicottaggi economici: “Non abbiamo bisogno di boicottaggio - ha detto -. Basterebbe che i porti in Europa o in Canada fermassero lo scarico di merci israeliane”.
“Settembre è solo una data”, ha aggiunto, riferendosi al piano palestinese di chiedere il riconoscimento delle Nazioni Unite. ”La domanda è cosa succederà prima e dopo”.

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